Strappati a fine Ottocento dal monastero di Santa Margherita fuori le mura di Como, gli affreschi narrano le vicende di Liberata e Faustina, figlie di un nobile piacentino, che le voleva sposate contro la loro volontà. Fuggite dalla Rocca Genesina sull’Appennino, si fecero monache a Como (VI sec.). Le loro reliquie sono nell’altare maggiore del Duomo dove è vivo il loro culto. I dipinti si avvalgono di molte novità introdotte dalla pittura di Giotto. Qualche ambiguità prospettica nelle mura nell’affresco raffigurante la Vocazione delle Sante Faustina e Liberata non compromette la disposizione spaziale delle figure. Gli ornamenti degli abiti, più adatti a paramenti sacerdotali che a vesti femminili, tendono a sacralizzare la scena. Il viaggio delle sante accompagnate dal sacerdote Marcello attraverso il Po è guidato da un angelo e connotato da motivi realistici. Ancora guidate da un angelo, le giovani, arrivate presso le mura di Como, si dirigono verso una chiesa. Si presentano umilmente alla badessa del monastero che le accoglie: l’episodio contraddice la tradizione che vuole Liberata e Faustina fondatrici del primo monastero. (A. Rovi)
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