Nancy Holt & Robert Smithson
Nancy Holt, nata a Worcester, USA , nel 1938; morta a New York, USA, nel 2014.
Robert Smithson, nato a Passaic, USA , nel 1938; morto ad Amarillo, USA, nel 1973.
Nancy Holt conobbe il giovane Robert Smithson nel 1958 e, due anni dopo, si laureò in biologia alla Tufts University del Massachusetts. Smithson aveva già terminato gli studi di disegno e pittura presso l’Art Students League e la Brooklyn Museum School. Nel 1963, dopo il loro matrimonio, Holt intraprese una propria carriera artistica. Disse che il suo primo viaggio nel West americano, nel 1968, le aveva aperto gli occhi. Quando la coppia esplorò i vecchi cimiteri nel deserto del Nevada e della California, lei rimase affascinata dalle modeste dimensioni delle pietre tombali rispetto alle sconfinate distese dell’arido deserto. Durante quel viaggio realizzò una serie di fotografie, Western Graveyards (1968), fondamentali per la sua formazione artistica. Un’altra opera determinante è stata Sun Tunnels (1973-1976), un’installazione con quattro massicci cilindri di cemento, appoggiati su un fianco e disposti nella classica forma a “X” che rammenta le griglie di orientamento della latitudine e della longitudine utilizzate da secoli per calcolare un punto preciso sulla terra. Sebbene la sua presenza fisica sia semplice e discreta, questa installazione monumentale risulta solenne, nel remoto Great Basin Desert dello Utah occidentale. Per completare la sua opera, Holt ha intelligentemente sfruttato la luce del sole. La parte superiore di ciascun cilindro, infatti, ha una serie di piccoli fori: quando la luce del sole passa sopra i cilindri e li attraversa, brilla nei fori proiettando le costellazioni di Draco, Perseo, della Colomba e del Capricorno.
Parallelamente alle rispettive carriere, Holt e Smithson hanno creato opere in collaborazione, esplorando l’uso della fotografia e dei filmati per individuarsi l’un l’altra sulla Terra. Insieme hanno audacemente sfidato le griglie della cartografia e i punti di fuga della prospettiva lineare come ostacoli ai loro studi sul movimento della luce e dei campi energetici nello spazio atmosferico ed extra-atmosferico. La 56. Biennale di Venezia presenta una loro opera comune: Swamp (1971), un filmato di sei minuti in 16mm, trasferito su video, che presenta una forma di movimento relazionale nel quale gli artisti attraversano un campo fitto e paludoso di canne secche. Smithson, alle spalle della moglie, le fornisce indicazioni verbali, si sente ma non viene inquadrato, mentre la presenza di Holt è limitata a quello che si vede nel mirino della sua cinepresa Bolex. Lui rassicura la moglie e la fa andare avanti: “cammina diritta... ecco, in quella macchia”, mentre lei lotta con l’astrazione della visione meccanica e con la limitata lunghezza della pellicola.
Alla Biennale viene presentato anche il loro Mono Lake (1968-2004), un’antologia di venti minuti di filmati in Super 8 e diapositive Instamatic che mostrano Smithson, Holt e un loro amico, il land artist Michael Heizer, mentre camminano per oltre sessanta chilometri intorno al Mono Lake, in California. Le acque basse e ipersaline del lago formano un paesaggio lunare, con torri calcaree di tufo che si alzano sullo spettacolare sfondo della Sierra Nevada e del deserto. Il filmato originale venne girato nel 1968 e Holt ha finito di montare la colonna sonora nel 2004. Le letture con le voci fuori campo di Smithson e Heizer, e le musiche di Michel Legrand e Waylon Jennings, comunicano uno stato d’animo spirituale, ma non necessariamente nostalgico. Qui i passi dell’artista, ripresi nel filmato, si imprimono sul sedimento infinito e onnipresente del fondo del lago.