Capire da dove partire è sempre difficile. In questo caso la difficoltà sta nella scelta tra le due parti del mio corpo che hanno sofferto di più l’isolamento e le mura domestiche: la bocca e i piedi. Il bisogno di comunicare, il bisogno di correre. Internet come unica valvola di sfogo, soprattutto per il primo: ma com’è difficile sostituire un orecchio in carne e cartilagine! Una sola finestra con un solo paesaggio a fare da sfondo ai pensieri ed è chiaro che allora la corsa non è verso l’esterno ma verso l’interno, una corsa al ritroso attraverso i ricordi digitali ed analogici per trovare un filo conduttore montato come quei filmini di famiglia amatoriali per lasciare intatta l’emozione che non è mai in alta qualità e, alla fine di questo processo di scoperta, trovare il modo di “partorirsi” una seconda volta, da soli.