Il fondo manoscritti della Biblioteca, consistente in 1381 opere (di cui 535 medievali), è di incomparabile importanza. Vennero trasferiti qui i codici appartenenti agli ordini religiosi di tutta la provincia, dopo le soppressioni del periodo asburgico e napoleonico. Gemma nella gemma sono i 385 codici che provengono dall’Abbazia di San Benedetto in Polirone, monastero fondato e protetto dai Canossa (Tedaldo di Canossa, 1007). Lo scriptorium polironiano era un luogo di produzione celebre già all’epoca, la cui attività durò per secoli, attraverso alterne vicende. Poco è rimasto della biblioteca di codici della famiglia Gonzaga, ma alcuni esemplari sono comunque ragguardevoli, così come molto interessanti sono i testi provenienti da altre famiglie nobili mantovane. A questo eccelso nucleo si aggiungono numerosi carteggi di secoli diversi e altre interessanti opere, tra cui ad esempio il manoscritto autografo delle Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo (Padova, 1831, Mar Tirreno 1861).
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