Il collezionismo di Franco Maria Ricci è da sempre legato agli argomenti dei libri pubblicati, alle occasioni, agli incontri fortuiti e agli innamoramenti. Così è stato per Ligabue, per Erté, per Wildt: in molti casi l’acquisto di un’opera d’arte ha fatto da apripista a studi e riscoperte di figure di interesse eccezionale, fino a quel momento poco conosciute. “Un vero collezionista”, afferma Ricci, “deve essere un precursore del gusto. Bisogna comprare le opere che altri rifiutano. Non si tratta solo di fare un buon affare, ma di scovare la bellezza, riconoscerla prima degli altri”.