LA TRINITÀ
Incisione all’acquaforte e bulino, mm. 464x345
“Pet. Paul. Rubbens pinxit / S. à Bolswert sculpsit” (a sinistra in basso); “Martinus vanden Enden excud. / Antverpiae Cum
privilegio” (a destra).
Iscrizioni: “HIC EST FILIVS MEVS DILECTVS. Matth. 17. V. 5”.
La Trinità del Museo reale delle Belle Arti di Anversa, n. 314, è stata riprodotta da Bolswert molto fedelmente.
Il formato del dipinto è più quadrato che nell’incisione, nella quale compare in basso e in alto una zona senza figure.
Nell’Eterno Padre, il Rubens ha sentito il ricordo di una composizione di Federico Zuccari, incisa da Cornelis Cort, e
della quale lo stesso Rubens eseguì un disegno (Londra, Victoria and Albert Museum, Dyce 514; L. Burchard e R. A.
d’Hulst, 1963, II, p. 218, n. 140).
Lo scorcio del Cristo ricorda quello del Cristo morto del Mantegna (Milano, Brera), che il Rubens aveva visto nella collezione
dei Gonzaga a Mantova. Il Dipinto del Rubens era collocato prima della Rivoluzione sull’altare eretto da Josine
van der Capelle(†1621) nella chiesa dei Grandi carmelitani di Anversa. Il Rooses ha segnalato un’incisione anonima, da
un disegno già nella collezione del conte Cuypers van Rijmenam a Bruxelles, del quale avrebbe potuto servirsi Schelte a
Bolswert.