Salottino Borghesi Achille che trascina il corpo di Ettore

Si tratta di un ciclo di tredici pannelli, tutti originariamente dipinti su intonaco e poi strappati e trasportati su diversi supporti, prima tela e poi faesite. Il ciclo era stato dipinto da Giovan Battista Borghesi nel 1812-1814 nella casa parmigiana dello zio Pietro Borghesi; demolito il palazzo nel 1951, le pitture sono state salvate, grazie all'interessamento dello storico Giovanni Copertini e acquistate da un collezionista; ritornate sul mercato antiquario nel 1997, sono state acquistate da Fondazione Cariparma ad un'asta di Finarte (Milano, 23 ottobre 1997) e collocate in modo da ricostruire la sala originaria della casa dello zio dell'artista. I pannelli sono infatti tutti di soggetto mitologico ma non legati tra loro. Il ciclo di casa Borghesi si può considerare una delle prime prove autonome dell'artista e consente di conoscere il suo primo stile fortemente legato ad esempi neoclassici, francesi e italiani, ma soprattutto improntato ai modelli cinquecenteschi locali e non solo: il richiamo è qui a Parmigianino, evidente nelle figure dei nudi a monocromo dalle forme slanciate e serpentinate.

Il pannello rappresenta l'episodio tratto dal XXII libro dell'Iliade in cui Achille, dopo aver ucciso Ettore, ne trascina il corpo senza vita con il cocchio attorno alle mura di Troia. In primo piano Achille incoronato da una Fama volante, fa partire il cocchio a cui è legato il corpo esanime di Ettore e con lui è un altro soldato a cavallo; in secondo piano, sono visibili diversi gruppi di soldati, quelli greci in festa, i troiani disperati; ci sono poi le figure di Andromaca, ritratta mentre sviene e di altre due donne che la sostengono; sullo sfondo Borghesi inserisce il panorama di Troia con le mura e gli alti e imponenti edifici, mentre sulla destra sono visibili le prue delle navi greche.