Una Vergine dall’aspetto regale, inquadrata nella cornice classicheggiante del trono, ma teneramente umana nei gesti che la legano al Bambino, nel rossore delle gote, nei volti infantili e dolcemente accostanti degli angeli. L’opera di Spanzotti ricalca la vetrata eseguita nel 1467 da Giacomo e Domenico Cabrini, su disegno di Francesco del Cossa, per la chiesa di San Giovanni in Monte a Bologna e mostra l’aggiornamento e la ricerca compiuta dal pittore nella sua fase giovanile. Uno degli esiti più alti del Rinascimento piemontese, fedele a una lezione di umanità che verrà raccolta da Gaudenzio Ferrari.