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THE PORTRAIT OF SAKIP SABANCI

Kutluğ Ataman2014

la Biennale di Venezia - Biennale Arte 2015

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Venezia, Italia

Kutluğ Ataman
Nato a Istanbul, Turchia, nel 1961.
Vive e lavora a Londra, UK, e Istanbul.

Nel 1980 Kutluğ Ataman, allora solo un giovane studente d’arte a Istanbul, venne incarcerato dopo aver ripreso le proteste di strada poco prima del colpo di stato militare in Turchia. Dopo la liberazione, Ataman si trasferì negli Stati Uniti, dove studiò cinema alla University of California di Los Angeles, e ottenne un precoce successo come documentarista e regista. I primi video e le prime installazioni filmiche di Ataman indagano la lotta degli appartenenti a comunità marginali per definire la propria identità. Molte di queste opere mettono in risalto la Turchia come punto di partenza per indagare come le narrazioni imposte dell’identità sessuale e nazionale rimangano intessute nell’espressione individuale. In tempi più recenti, le opere di Ataman sono passate dalle narrazioni personali alla “storia della storia” su vasta scala, concentrandosi in particolare su storia e geografia come costrutti artificiali. Tutti i suoi video e film sono percorsi da una sorta di fil rouge che mostra il modo in cui le notizie di agenzia vengono create e divulgate, scegliendo come raccontare le storie. Nell’obiettivo di Ataman l’identità è qualcosa di malleabile – qualcosa da modellare, ampliare o nascondere – seppure parziale o incompleta. I suoi film e video, splendidamente minimalisti, si concentrano sulla capacita del linguaggio di fungere simultaneamente da veicolo di espressione e di delusione del sé. La macchina da presa si concentra spesso su una sola persona e punta sulla cadenza della voce, sui gesti minimi e sulle fuggevoli espressioni del viso in opere che registrano le convulsioni della personalità e le bugie che le persone raccontano a se stesse e agli altri per definire non semplicemente chi sono, ma chi vorrebbero essere. L’installazione più recente di Ataman, Sakıp Sabancı (2014), è un omaggio al magnate e filantropo turco morto nel 2004. È composta da circa diecimila pannelli a cristalli liquidi, ciascuno dei quali contiene una fototessera di una persona che ha conosciuto Sabancı o che si è vista cambiare la vita grazie alle sue buone azioni. La configurazione dei pannelli non è mai stabile, ma è l’installazione che si adegua allo spazio nel quale viene inserita. Sospesa al soffitto come un’onda, crea un movimento irresistibile di immagini delle persone la cui vita è stata toccata da Sabancı e diviene il ritratto collettivo di un uomo che aveva un’aura di grandezza.

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  • Titolo: THE PORTRAIT OF SAKIP SABANCI
  • Creatore: Kutluğ Ataman
  • Data di creazione: 2014
  • Diritti: Courtesy l'artista e S.U. Sakıp Sabancı Museum, Istanbul, Foto di Alessandra Chemollo; Courtesy la Biennale di Venezia, con il supporto di S. U. Sakıp Sabancı Museum, Istanbul e British Council
  • Materiale: 9.216 pannelli LCD configurati in 144 moduli di 64 pannelli LCD ciascuno
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