La Madonna siede su un trono in un prato fiorito, allusione all'Hortus conclusus, il giardino recintato simbolo di purezza verginale. Antonio Vivarini guidò con Jacopo Bellini il rinnovamento della pittura veneziana a metà del Quattrocento; a capo di una bottega familiare, collaborò con il cognato di origine tedesca Giovanni d'Alemagna. Questo dipinto, probabilmente parte di un complesso più vasto databile al 1449-1450, è uno dei migliori frutti della loro collaborazione. Nell'opera convivono armoniosamente elementi tardogotici e rinascimentali: il trono, ad esempio, nonostante la leggerezza dei tragori gotici, ha una salda struttura architettonica. La resa scultorea del corpo di Gesù risente dell'influsso delle opere di Donatello.