Riflettendo sull’ambiguità del rapporto tra realtà e
rappresentazione, Andrea Aquilanti sperimenta la
contaminazione tra tecniche tradizionali e tecnologie
analogiche e digitali. Sulle pareti della stanza,
un’immagine proiettata, tratta da un’incisione di
Giovanni Battista Piranesi, su cui l’artista è intervenuto
con il disegno. Una telecamera intercetta le
ombre dei visitatori, che assistono a questa drammaturgia,
suggerendo sofisticati giochi di ombre e
di sequenze. Paesaggi e monumenti – che rivelano
precise matrici storico-artistiche – sono raccolti
dentro l’Archivio della Memoria.
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