The Ways of Folding Space & Flying, una nuova installazione cinematografica multicanale, costituisce una ricerca archeologica all'interno della civiltà umana, che intreccia storia e visioni del futuro in una narrativa a ritroso. Vi si ritrovano anche allusioni alla struttura istituzionale e all'evoluzione storica della Biennale di Venezia stessa, la cui portata e influenza sono state acquisite sullo sfondo di un panorama socio-politico mutevole.
Il titolo del progetto deriva dalle parole coreane chukjibeop e bihaengsul. Chukjibeop trova origine nella pratica Taoista e indica un metodo ipotetico di ridurre la distanza, per fare un lungo percorso in breve tempo. Bihaengsul fa riferimento a un altro potere sovrannaturale, basato su uno dei più antichi desideri dell'uomo, ovvero levitare, volare e viaggiare nel tempo e nello spazio. Questi due termini rappresentavano il desiderio dell'uomo di superare le barriere fisiche e quelle percepite, nonché qualsiasi struttura vincolante, nonostante l'apparente assurdità di un tale immaginario.
Il progetto rientra nella costante ricerca da parte di Moon e Jeon del senso e della funzione fondamentali dell'arte nell'ambiente sempre più incerto e precario nel quale tutti noi viviamo. Invece di fornire una tesi conclusiva, gli artisti propongono diverse tipologie di futuro, dove le attuali nozioni di arte e creatività potrebbero non essere più pertinenti. Così come i concetti irrazionali e assurdi di chukjibeop e bihaengsul, per gli artisti l'arte è un aspetto fondamentale ma al contempo curiosamente inspiegabile dell'insieme dei desideri umani, che ci costringe a immaginare, sognare, ammirare e sfidare.
Text by Sook-Kyung Lee