Compagnia teatrale con il suo direttore, Luis Ochoa

In questa fotografia Chambi ritrae la compagnia di teatro del celebre attore e sceneggiatore cusqueño Luis Ochoa - al centro in abiti borghesi, forse con il figlio. Figura centrale della stagione del "teatro incaico" in lingua quechua, nel 1923 fu attore protagonista di una storica riproposizione del testo drammatico quechua "Ollantay" nel famoso Teatro Colón di Buenos Aires (Argentina), ad opera della Compañia de Arte Incaico diretta da Luis E. Valcárcel, nel quadro di un vero e prorio tour del Sud America da lui stesso organizzato: la Misión Peruana de Arte Incaico, che toccò anche Montevideo (Uruguay) e La Paz (Bolivia). Gli anni sono quelli dell'acme del movimento culturale indigenista, che portò portò le diverse espressioni delle culture native e in particolare quella inca (o meglio una sua ricostruzione) a far parte dell'identità nazionale peruviana ma anche dell'identità sudamericana in generale. Il fulcro di questo movimento intellettuale fu proprio Cusco, l'antica capitale dell'impero omonimo.
Si può notare che nella fotografia gli attori della compagnia di Ochoa - la stessa Compagnia de Arte Incaico di cui era stato primo attore, attiva fino agli anni Cinquanta - sono vestiti "da inca", con i tipici accessori che le testimonianze storiche e archeologiche attribuiscono a quella cultura. Spiccano, ad esempio, le spille dette tupu, le mantelle, le tuniche e le gonne a motivi geometrici, nonché le fasce con piume, i copricapi femminili fatti di tessuto ripiegato, gli accessori dorati in forma di sole (antico simbolo della nobiltà inca). Ispirati al vestiario inca ma meno fedeli appaiono anche i sandali, che ricordano nella forma quelli greco-romani.
Altri accessori sono invece più fantasiosi e appaiono il frutto di un certo immaginario sul passato del continente - sorprende particolarmente, ad esempio, la clava di sapore preistorico in mano ad alcuni attori.