Barthelemy Toguo
Nato a M’Balmayo, Repubblica del Camerun, nel 1967.
Vive e lavora a Parigi, Francia; Bandjoun, Camerun; e New York, USA.
L’attività di Barthelemy Toguo è ispirata alle sue esperienze di viaggio e di vita tra diverse culture. Nato in Camerun, si è formato come artista ad Abidjan (Costa d’Avorio), Grenoble (Francia) e Dusseldorf (Germania). Il lavoro di Toguo incorpora la situazione della diaspora come elemento fondamentale per la realtà contemporanea. Non a caso egli ha scelto il trifoglio come proprio simbolo distintivo. Nonostante il trifoglio faccia parte dell’iconografia cristiana, nelle mani di Toguo diventa una silhouette dell’artista e rappresenta il triplice percorso della sua pratica intellettuale e artistica. Allude anche al suo giocoso lirismo e alla sua ricerca di equilibrio nel mondo. L’impegno per un mondo migliore per Toguo non si limita alla semplice produzione artistica. Nel 2013 ha fondato Bandjoun Station, un programma di residenza per artisti negli altipiani del Camerun occidentale. La fondazione ospita una collezione permanente, permette scambi artistici e promuove iniziative agricole ispirate al principio dello sviluppo sostenibile.
La versatilità di Toguo è impressionante: impiega scultura, installazione, performance, fotografia e film, disegno e acquerello. Il suo uso dell’acquerello è caratterizzato da uno spirito acuto e giocoso, mentre le accurate stesure di pigmento liquido fondono assieme animali e figure umane. Rappresenta spesso esseri umani e animali con singoli arti e parti del corpo, esprimendo cosi violenza e isolamento. In questi esempi, l’interezza del corpo è sostituita da una frammentazione postmoderna, da un corpo che è amputato, deformato, penetrato, sottoposto a continue tensioni. Ricavata dai primi lavori, la sua installazione Urban Requiem mostra Toguo come scultore ligneo e tipografo. Invece di attingere alle tradizioni africane, Toguo scolpisce le sue enormi installazioni usando una sega elettrica, che gli permette di lavorare rapidamente. In questa installazione, giganteschi timbri di legno e gomma che ricordano busti umani a grandezza naturale sono sistemati come teste tagliate su scaffali triangolari. Mentre versioni precedenti delle sue xilografie su carta (come Immigration Officer, Type of Visa, Department of Foreign Affaires) testimoniavano la logica delle politiche di confine impressa su molti corpi di migranti, Urban Requiem segue un approccio più universale. Usando slogan impiegati in manifestazioni di protesta, come “Sono un uomo”, “Nostro figlio, disarmato”, o “Vogliamo essere accusati di omicidio!”, l’artista commemora le voci di coloro che nel mondo soffrono a causa dell’ingiustizia.