Un uomo di giovane età ci rivolge uno sguardo fiero e un poco minaccioso, bene in sintonia con il mestiere delle armi dichiarato dalla sua tenuta. Da tempo il personaggio effigiato è stato identificato con Vespasiano Gonzaga (1531-1591), duca di Sabbioneta, discendente di un ramo cadetto della dinastia mantovana. La presentazione del duca segue gli schemi del ritratto ufficiale di rappresentanza, il cosiddetto state portrait, adottato da metà Cinquecento dall’aristocrazia europea, specialmente da quella fedele all’Impero e alla Spagna. L’obiettivo di questo tipo di ritratto non è indagare la psicologia del personaggio, ma raffigurarne con forza simbolica il potere e il ruolo sociale, trasmettendo anche un senso di distacco e di superiorità. Recenti analisi diagnostiche sulla tecnica pittorica hanno accostato l’opera alla maniera del ritrattista di maggior successo della Lombardia di metà Cinquecento, il cremonese Bernardino Campi, che peraltro lavorò in più occasioni per il Gonzaga. (P. Vanoli)
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