Violino Clisbee - Antonio Stradivari - 1669. Cremona, Museo del Violino. Cremona è da cinque secoli la capitale della liuteria. Il Museo
del Violino, inaugurato nel settembre 2013, aggiunge a questa
lunghissima storia una nuova splendida pagina, offrendo alla
comunità internazionale un polo culturale che è allo stesso
tempo sede espositiva e auditorium, laboratorio di ricerca e
centro di studi. Qui sono riunite in un’unica sede tutte le collezioni
liutarie cremonesi, un patrimonio unico al mondo. Nella
sala denominata non a caso “Lo Scrigno dei Tesori” è esposto il
violino “Clisbee” (1669) di Antonio Stradivari.
Cremona, 1669. Da pochissimi anni Antonio Stradivari ha sposato
Francesca Ferraboschi, i giovani coniugi vivono nella casa
del Pescaroli, nella parrocchia di S. Agata; l’edificio è ancora
oggi esistente a differenza della seconda casa che Stradivari
acquistò nel 1680, abbattuta negli anni Trenta del secolo scorso
insieme all’intero quartiere noto come “isola”.
Il Clisbee è uno dei primi violini costruiti dal maestro cremonese
negli anni in cui il panorama della liuteria cittadina vede
la presenza della storica figura di Nicolò Amati oltre a quella di
Andrea Guarneri e Francesco Ruger. Con il suo esordio, Stradivari
completa un periodo indubbiamente nuovo e straordinario
della liuteria cremonese: dopo più di cento anni di presenza
della sola bottega Amati, lo scenario vede al lavoro altri operosi
artigiani. È l’inizio di una grande stagione di contaminazione e
crescita che proseguirà fino al primo Settecento quando il quadro
inizierà lentamente a cambiare, fino alla difficile situazione
della seconda metà del Settecento.
Il violino mostra l’influenza della liuteria cremonese di quegli
anni: la cassa è stretta, il bordo e le punte trasmettono leggerezza
così come l’aspetto complessivo dello strumento. Il confronto con il Cremonese, costruito più di quarant’anni dopo,
consente una lettura del cammino innovativo intrapreso dal
grande liutaio: dal piccolo formato alle grandi dimensioni degli
strumenti del Settecento che presentano una cassa armonica
più ampia, fori armonici più distanti fra loro e scelte stilistiche
che trasmettono maggiore forza e robustezza. Il legno utilizzato
non è il bellissimo materiale del periodo migliore, ma acero di
provenienza locale, scelta che ritroviamo in altri strumenti costruiti
nei primi anni di attività.
Il Clisbee deve il suo nome a Mrs Clisbee, allieva di Andreas
Moser, secondo violino del quartetto Joachim, che lo acquistò
nel 1899. Dopo alcuni passaggi di proprietà, sul finire del secolo
scorso entrò far parte della collezione dei coniugi Evelyn
ed Herbert Axelrod, che lo donarono alla città di Cremona nel
2003.
Fausto Cacciatori
Conservatore Collezioni Museo del Violino, Cremona