Fax per Jacqueline Vodoz
Roma, 23 gennaio 1995
MARTA
LONZI
Cara Jacqueline,
sono in partenza per Granada ma torno sabato prossimo. Alla fine di dicembre ho fatto
un giro di telefonate fra di noi per gli auguri ma anche un po' per scaramanzia, come si dice ? Chi
inizia bene l'anno... Insomma ho voluto iniziare con un buon auspicio.
Tu non c'eri e ho parlato con Bruno che ti avrà detto.
Ti mando il fax che ho spedito a Angela dopo poco, così, se non vi siete sentite, ti informo sugli
avvenimenti
Il problema del nome della casa editrice è urgente, non puoi capire come releghi in un'identità
vetero-
femminista , al contrario di Prototipi che corrisponde esattamente alle intenzioni delle nostre
pubblicazioni, oggi: rendere operante nel mondo quel pensiero femminile che ha le sue origini nelle
prese di coscienza di Rivolta femminile. Quando sono andata a parlare con la dott.ssa Anna Maria
Petrioli Tofani per la tesi di Carla ho pensato esattamente quello che ti ho appena scritto, ma mi è
successo più volte e, anche, parlando con delle giovanissime, appena ventenni. Ti riporto un pezzo
di
Carla: “Si può dire che tutta la drammaticità , la fatica, il peso di andare controcorrente, lo
sconquasso delle proprie vite personali , nei rapporti perchè fossero veri, adesso non va di
ripeterlo... Allora se si tiene troppo presente il passato viene rancore, sdegno, vittimismo e non si è
liberi invece di prendere il buono che c'è oggi di fare delle aperture. Se uno tiene troppo a mente la
fatica che ha fatto, cosa ci ha rimesso, è meglio che a un certo punto guardi che cosa ci ha
guadagnato, cosa gliene è venuto di buono. Che cosa sarebbe stato, dio ne guardi, se
quell'operazione non fosse stata fatta. E allora, adesso, basta parlare del costo. E uno parla proprio,
invece, della merce: quanto era proprio bella, pregiata, e che non aveva prezzo, praticamente."
Te lo mando perchè è uno dei brani che ho riletto in occasione del saggio su Flash Art, Patrizia Ferri
vuole finire con questo scritto. Ne abbiamo parlato e lo cambierà.
Ho notato che quasi sempre quando qualcuna scrive (vedi Boccai su Carla è perché ha ricevuto
una delusione dal mondo maschile, cioè in privato o dalla cultura, e partendo da questo stadio si
riconosce nella parte di Carla in cui è prevalente il senso dello smacco, del disagio, del rifiuto
poichè è il momento che chi scrive sta vivendo ) e sottace tutti gli sbocchi che il pensiero di Carla ha
(perchè non è in grado di capirli). Ci vorranno generazioni prima che questo avvenga, poichè è
chiaro il rifiuto molte lo vedono uno smacco e non un segno di forza, loro vivono il rifiuto come
una fuga. Ti scrivo solo alcune delle incomprensioni che continuamente mi ovo davanti ndo
parlo di certi problemi.
Per quanto riguarda il mio pensiero sono contenta perchè sto chiarendo tutti i passaggi che mi era
necessario rendere espliciti prima di affrontare certe conclusioni (mie ) circa il pensiero di Carla.
Vorrei anche parlarti delle molteplici interpretazioni che liquidano il suo pensiero. Sono naturalmente
molto rivelatrici, ma dovrei entrare troppo in ragionamenti dettagliati che non mi sembrano adatti per
un fax un po' veloce che avevo in mente.
L'importante è che intanto cominciamo a cambiare questo nome, era un'esigenza matura già nell'80,
figuriamoci adesso, dopo ben 14 anni!
Spero che mi rispondi presto e che presto si metta in moto questa richiesta di modifica
Dammi notizie, ti prego, perchè qui il tempo passa e non succede niente.
ul caro abrovecio
Marta