La sala presenta un soffitto a cassettoni in legno d’abete che probabilmente risale all’epoca di Carlo III di Borbone, quando si progettò di adibire questo ambiente a Cabinet d’etude del Duca. Alle pareti trova posto un’omogenea serie di acquerelli raffiguranti paesaggi montani e lacustri, vedute urbane, scenette di genere, personaggi in costume; opera di artisti per lo più austriaci, svizzeri e tedeschi, molti di questi fogli erano contenuti in alcuni grandi album appartenuti a Maria Luigia, dai quali furono in seguito estratti e incorniciati singolarmente; dalle vedute degli interni del Palazzo Ducale eseguite da Giuseppe Naudin ed esposte in Sala Dorata sappiamo inoltre che simili quadretti venivano usati per ornare le pareti delle stanze private della sovrana. Oltre a documentare il gusto della Duchessa, queste opere consentono di ricostruire gli itinerari dei numerosi viaggi che ella compiva sia per ragioni di salute che di semplice interesse. Diari e lettere documentano, accanto agli abituali trasferimenti estivi in Austria e ai frequenti soggiorni nella cittadina termale di Bad Ischl, un viaggio a Firenze nel 1816, uno a Napoli e in Sicilia nel 1824, e uno in Svizzera nel 1829, a pochi mesi dalla morte del generale Neipperg, suo secondo marito.