Il ritratto femminile, che si caratterizza per lo sguardo malinconico, il tono vivace della veste gialla e il fondale arabescato, è parte di quell’intensa stagione produttiva di poco precedente la scomparsa prematura, a soli 35 anni, di Amedeo Modigliani (Livorno, 1884 – Parigi, 1920), nella quale si definiscono i tratti salienti della sua poetica. Sono evidenti la forza ritmica e la funzione costruttiva della linea, elaborate a contatto con la scultura africana e in seguito sperimentate direttamente scolpendo teste arcaiche in pietra. L’opera, che presenta echi matissiani, è il ritratto di Renée Modot, moglie di Gaston Modot, pittore dilettante e noto attore del cinema parigino nella prima metà del XX secolo. Il dipinto figura tra le opere presentate alla retrospettiva postuma curata da Lionello Venturi nell’ambito della XVII Biennale di Venezia del 1930: il più cosmopolita tra gli artisti italiani otteneva la definitiva consacrazione, sebbene tardiva.