Hans Haacke
Nato a Colonia, Germania, nel 1936.
Vive e lavora a New York, USA .
Hans Haacke, artista concettuale, con la sua opera mira a svelare e criticare i sistemi politici e sociali su temi che vanno dall’ambiente naturale allo stesso mondo dell’arte. Il suo Condensation Cube (1963), un cubo di plexiglas che reagiva ai cambiamenti di pressione atmosferica all’interno della galleria, invitava il visitatore a considerare lo spazio espositivo una metafora dei processi invisibili che reggono la società. Successivamente, nei tardi anni settanta, Haacke ha abbracciato la scarna estetica informativa del concettualismo per concentrare la sua attenzione su quelli che definiva “sistemi in tempo reale”. Le opere di quel periodo cercavano spesso di indagare l’avidità e l’immoralità della classe politica e finanziaria americana.
Dal 1969 l’artista utilizza il questionario e il sondaggio come metodi del tutto personali per criticare le istituzioni. Ai visitatori di mostre al Solomon R. Guggenheim Museum di New York (1971), Documenta 5 di Kassel (1971), Museum Haus Lange di Krefeld (1972), Frankfurter Kunstverein (1976) in Germania, e altre sedi internazionali venivano consegnati formulari da compilare con dati relativi ad aspetti demografici e tendenze politiche. Questi rilevamenti fornivano informazioni su temi vari, dalla legalizzazione della droga all’integrazione nelle scuole pubbliche, alla politica estera dell’America. I risultati del sondaggio erano poi presentati in una serie di grafici, diagrammi e mappe. Nel 1970, per esempio, l’artista ha concentrato il suo sguardo critico sul Museum of Modern Art chiedendo ai visitatori di una mostra se la neutralità del candidato presidenziale Nelson Rockefeller nei confronti della politica americana in Indocina avrebbe influenzato il loro voto qualche mese dopo. Per estensione, Haacke chiamava in causa anche lo stesso Museum of Modern Art, dato che il governatore Rockefeller era sia uno dei massimi finanziatori del museo sia un membro del suo Consiglio di amministrazione.
La 56. Biennale di Venezia presenta un’antologia dei sondaggi di Haacke insieme alla sua installazione Blue Sail (1965), in cui un ventilatore che oscilla getta l’aria su uno chiffon azzurro di oltre tre metri, trattenuto da lenze e pesi da pesca. L’opera è una poetica dichiarazione formale, ma al contempo parla dei limiti dell’individualismo entro un sistema di costante microgestione economica e politica, e invoca un impegno costante e trasparente nei confronti della societa. La 56. Biennale di Venezia presenta infine una nuova opera di Haacke, il suo primo “Sondaggio mondiale”, ideato appositamente per questa esposizione.
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