CAPOLAVORO PER MILANO 2024 Botticelli, Adorazione dei Magi dalle Gallerie degli Uffizi
L’Adorazione dei Magi, una delle più affascinanti e celebri opere di Sandro Botticelli (Firenze, 1445 – 1510), pittore simbolo del Rinascimento italiano, è il Capolavoro per Milano 2024 – iniziativa giunta alla sua 16^ edizione – in arrivo dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze e in esposizione al Museo Diocesano Carlo Maria Martini dal 29 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025.
La tavola è stata realizzata intorno al 1475 per la cappella dedicata ai Magi della chiesa di Santa Maria Novella, a Firenze, fatta costruire a partire dal 1469 dal ricco e ambizioso uomo d’affari Gasparre del Lama. Il tema – scelto sia per ragioni legate al nome del committente, Gasparre, come il più giovane dei re Magi, sia per rendere omaggio ai Medici, ferventi sostenitori della Compagnia dei Magi con sede a San Marco, a Firenze – viene affrontato dall’artista con grande originalità, in una composizione equilibrata, con la capanna in posizione centrale e le numerose figure disposte in maniera articolata intorno ad essa, in grande varietà di pose e atteggiamenti. Al suo interno, su un alto basamento, sotto i raggi della luce divina, è raffigurata la Madonna con il Bambino, mentre alle sue spalle Giuseppe appare in assorta concentrazione. Ai lati, divisa in due schiere, la parata di personaggi che giungono al seguito dei Magi, composta perlopiù dai protagonisti della società fiorentina al tempo dell’ascesa dei Medici, tra i quali si distinguono i più importanti membri della famiglia. Lo stesso Botticelli si ritrae nel ragazzo biondo sulla destra, posto di tre quarti con il manto giallo oro, che ricerca lo sguardo dello spettatore.
La scena ha dunque l’evidente intento di sottolineare la fedeltà politica alla potente famiglia fiorentina da parte del committente, rappresentato nell’uomo canuto con il manto azzurro sulla destra, rivolto verso lo spettatore, ma anche quello di riconoscere il valore divino nell’operato terreno dei Medici. Nell’opera risaltano l’abilità ritrattistica del pittore, la gamma cromatica squillante, la resa minuziosa dei particolari; di grande interesse anche negli squarci di paesaggio sullo sfondo, disseminato delle rovine di un complesso edificio antico, pretesto per un esercizio prospettico ma anche allusione alla fine del mondo pagano con la nascita di Cristo. Sul muro diroccato, sulla destra della composizione, si scorge infine un pavone, simbolo di Resurrezione.