L’Araza Rojo (Psidium cattleianum), anche chiamato “Araza Amarillo” dagli abitanti del luogo, è un albero nativo dell’Uruguay orientale e del Brasile meridionale, appartenente alla famiglia dei Guava.
Questa pianta cresce su altopiani, spiagge e coste e presenta un fusto sottile ricoperto da una corteccia liscia color cannella ed un bellissimo legno maculato.
Il fogliame è fitto e di un verde acceso.
Fiorisce in ottobre e novembre, producendo molti fiori bianchi dal profumo solitamente delicato. Il periodo ottimale per il raccolto varia da pianta a pianta e va dalla fine di gennaio alla fine di marzo.
Un frutto di araza rojo ricoperto di rugiada
Alcuni frutti di araza rojo nella varietà gialla
Il colore può sfumare dall’amaranto al giallo all’esterno, mentre all’interno la polpa è biancastra con semini duri e non commestibili. L’Araza Rojo spicca tra le altre varietà di alberi locali, grazie al sapore, all’aroma, alle caratteristiche sensoriali, al colore...ma più di ogni altra cosa, grazie al legame esclusivo che lo unisce alle regione.
Il frutto, dal sapore agrodolce molto gradevole, ha un alto contenuto di zuccheri e costituisce un’ottima fonte di antiossidanti (polifenoli), sostanze che aiutano a ridurre il rischio di tumori e malattie cardiovascolari.
La produzione agricola di questo frutto é un fenomeno relativamente nuovo e l’idea é nata dal desiderio di riprodurre, in quest’area, le foreste indigene.
Tuttavia l’affermarsi della produzione agricola ha portato gravi cambiamenti sul piano ambientale, tra cui la scomparsa delle foreste di alberi e, nonostante questa specie sia nativa delle montagne nel nord dell’Uruguay, oggi qui è pressoché scomparso.
I suoi frutti erano mangiati dagli indigeni, prima, e dai colonizzatori, poi, in seguito però il consumo è diminuito a causa dell’introduzione di nuovi tipi di frutti e attualmente ne esistono solo otto coltivatori.
Negli ultimi anni è possibile trovare l’Araza Rojo anche sul mercato, sotto forma di prodotti derivati come polpa fresca o surgelata, e di prodotti artigianali come marmellate e liquori.
Photos—Laura Rosano