Monica Carocci

La fotografa di immagini oniriche e surreali

Otti 02 (2007) di Monica CarocciLa Galleria Nazionale

Dal capitolo XII del Sutra del Loto


A quel tempo Shariputra disse alla fanciulla drago: "Tu presumi di aver raggiunto la via suprema in così breve tempo. Ma questo è davvero difficile da credere. Per quale motivo? Perché il corpo di una donna, impuro e corrotto, non può essere un vaso della Legge. Come hai potuto conseguire la suprema bodhi?

La via verso la Buddità è lunga e si inoltra lontano. Solo dopo aver trascorso innumerevoli kalpa praticando le austerità, accumulando azioni, osservando tutte le paramita, si può alla fine ottenere la realizzazione.

Per di più una donna è soggetta ai cinque ostacoli: primo, non può diventare un re celeste Brahma.

Secondo, non può diventare il re Shakra.

Terzo, non può diventare un re dei demoni.

Quarto, non può diventare un re saggio che gira la ruota.

Quinto, non può diventare un Budda. Come potrebbe dunque una donna come te essere in grado di conseguire la Buddità così rapidamente?".

A quel tempo la fanciulla drago porse al Budda un gioiello che aveva, prezioso come mille milioni di mondi; il Budda lo accettò immediatamente. La fanciulla drago disse al bodhisattva Accumulo di Saggezza e al venerabile Shariputra: "Ho offerto questo prezioso gioiello e l'Onorato dal Mondo l'ha accettato: ciò non è forse accaduto rapidamente?".

Essi risposero: "Sì, davvero rapidamente!". La fanciulla continuò: "Avvaletevi dei vostri poteri sovrannaturali e guardate come conseguo la Buddità. Sarà cosa persino più rapida!".

Monica Carocci
(Roma, 1966, vive e lavora a Torino)

Monica Carocci non concepisce la fotografia come strumento di perfezione tecnica e formale, piuttosto la sua pratica si concentra sull’immagine ultima, frutto di successive manipolazioni pittoriche, abrasioni, aggiunte, cancellature, variazioni cromatiche, e fissata definitivamente da un ultimo scatto e da un’ultima stampa in bianco e nero.

Il suo lavoro spazia su molti temi, dalle rappresentazioni geometriche e simmetriche dell’ambiente urbano alla figura umana, ai ritratti, ai paesaggi naturali, agli animali.

Le sue opere sono molto lontane dalla pretesa oggettività della fotografia, i contorni infatti non sono mai definiti, i luoghi sono incerti e senza fisionomia netta.

Otti 03 (2007) di Monica CarocciLa Galleria Nazionale

Lo spazio, scandito in orizzontale e verticale, è animato dagli interventi che l’artista opera sulla pellicola del negativo e sulla carta di una prima stampa in dimensioni ridotte che successivamente viene rifotografata e ristampata ingrandita.

Le sue immagini sono oniriche e surreali, sono istantanee di memorie che riaffiorano dagli abissi dell’inconscio, attimi sospesi in quel tempo senza tempo che appartiene ai ricordi.

Il grande felino, la giraffa, la ballerina, i fiori e i palazzi rappresentano un’escursione sonnambula in uno spazio indefinito e surreale, una sorta di mondo parallelo creato dall’artista che in questo modo cristallizza e ricostruisce gli attimi della sua vita.

Il senso di evanescenza è accentuato ancora di più dagli strappi e dalle rotture, che spesso logorano i bordi della carta baritata utilizzata come supporto.

Un magma fluido e onirico di tempi e luoghi scontornati e scardinati rispetto alle loro dimensioni di appartenenza e origine diventano i soggetti di un flusso visionario e poetico in cui il paesaggio metropolitano e quello naturale, gli animali e gli esseri umani si intersecano gli uni negli altri.

“Tutto diventa visione e simbolo in una dimensione sospesa, sempre sull’orlo di vaporizzarsi in altro, come un’epifania. Assurge a un altrove che può essere solo un outer space. Strade, skyline metropolitani, interni ed esterni, fiori, animali, figure umane. Sono esperienze, emozioni, sensazioni, ricordi. Lampi nel cui bagliore appaiono suggestioni diverse."

"Una ballerina è un’architettura, un giaguaro un uomo, un fiore una porta di passaggio, una giraffa un sentimento. Il bianco e il nero, il buio e la luce sono condizioni osmotiche e intime, entrando direttamente in contatto con l’inconscio dello spettatore.

Ogni opera di Monica offre un segmento introspettivo di mappa delle proprie terre incerte.”

Paola Ugolini

Riconoscimenti: storia

Paola Ugolini
Nel testo vengono citati:
SDL, 242-246.3705000
https://www.singulart.com/it/artista/monica-carocci-1439#interview
Olga Gambari, Testo Critico su Monica Carocci in occasione della personale dell’artista dal titolo Outer Space nella Galleria Francesca Antonini Arte Contemporanea, Roma 13 giugno-30 settembre 2017

Ringraziamenti: tutti i partner multimediali
In alcuni casi, la storia potrebbe essere stata realizzata da una terza parte indipendente; pertanto, potrebbe non sempre rappresentare la politica delle istituzioni (elencate di seguito) che hanno fornito i contenuti.
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