Antonietta Raphaël Mafai, ricordi di un mondo arcaico

Un'artista non conforme

Mura delle terme di Caracalla (1929) di Raphaël Mafai AntoniettaLa Galleria Nazionale

Origini

Antonietta Raphaël nasce intorno al 1895 a Kovno, un piccolo villaggio nei pressi di Vilnius, oggi capitale della Lituania.

Il padre, rabbino di una piccola comunità ebraica muore nel 1903, subito dopo la famiglia emigra a Londra, città dove Antonietta vivrà per circa 20 anni. Diplomata in pianoforte alla Royal Academy vive dando lezioni di solfeggio.

In questi anni si avvicina alla pittura e alla scultura, con particolare interesse verso la scultura arcaica e classica che ha l’opportunità di osservare al British Museum.

Suggestioni che insieme al radicato legame con la ritualità e folklore della cultura ebraica, emergeranno nella sua produzione artistica futura.

Mura delle terme di Caracalla (1929) di Raphaël Mafai AntoniettaLa Galleria Nazionale

La Scuola di via Cavour

A Roma Antonietta Raphaël incontra il pittore Mario Mafai divenendone la compagna di una vita. Dalla loro unione nascono tre figlie: Miriam, Simona e Giulia. Nel 1928, si trasferiscono in un appartamento di via Cavour che diviene punto di riferimento e luogo di discussione per diversi artisti e letterati dell’epoca, tra i quali Enrico Falqui, Giuseppe Ungaretti, Leonardo Sinisgalli, Renato Marino Mazzacurati e Scipione.

Il gruppo di artisti – che Roberto Longhi identifica nella “Scuola di via Cavour” – ha una comune sintonia che si rivolge all’espressionismo europeo.

Nel 1924, poco dopo la morte della madre, decide di intraprende un viaggio solitario che la porta prima a Parigi e poi a Roma, con l’intenzione di proseguire verso la Grecia e ancora l’Egitto. Ma sarà la capitale italiana a catturarla, una città che per lei fu una vera rivelazione.

Ritratto di Mario (1928) di Raphaël Mafai AntoniettaLa Galleria Nazionale

“La pittura di Antoinette Raphaël, (…) da altre cose che mi son venute sott’occhio nel ragguagliarmi su questa, che, dal recapito, chiamerei ‘la scuola di via Cavour’, potrebbe rivelare i vagiti o la rapida crescenza di una sorellina di latte dello Chagall.”

La sognatrice (1946 ca.) di Antonietta Raphaël MafaiLa Galleria Nazionale

La scultura

Tra il 1930 e il 1933 Antonietta, prima con Mafai e poi da sola, vive tra Parigi e Londra dove frequenta lo scultore Jacob Epstein.

In questi anni si consolida il suo interesse per la scultura che riprende a sperimentare al suo ritorno a Roma e ancora Genova, città dove la famiglia è costretta a spostarsi a causa delle leggi razziali italiane del 1938.

In questi anni il suo è un lavoro in solitudine e la sua plastica fa notare la mancanza di influssi della scultura italiana del periodo sulla sua opera, sviluppando invece il suo rapporto con l’arcaismo.

Ritratto di giovane donna (1928) di Raphaël Mafai AntoniettaLa Galleria Nazionale

Anni Sessanta e Settanta

Gli anni Sessanta continuano ad essere anni di grande lavoro, ma anche anni di dolore per la malattia e poi la morte di Mafai nel 1965.

Sul filo della memoria dipinge Omaggio a Mafai, una grande tela del 1966. Prima del 1970 realizza la fusione di tutte le sue sculture.

Mafai nello studio (1965) di Raphaël Mafai AntoniettaLa Galleria Nazionale

Incoraggiata da Giuseppe Appella si dedica con passione alla litografia mentre continua ad affrontare, con l’energia straordinaria che ha caratterizzato tutta la sua vita, le ultime due grandi tele, forse le più gioiose di tutte la sua produzione: Omaggio a Picasso e Grande Concerto sul Lago di Vico.

Missione Segreta (1965) di Raphaël Mafai AntoniettaLa Galleria Nazionale

Antonietta Raphaël Mafai è un’artista caratterizzata da una concezione vigorosamente antiaccademica che presiede anche alla sua attività nel campo della scultura, arte che, specie nel secondo dopoguerra, ha costituito l'oggetto del suo impegno maggiore, con la quale in particolare ha sottolineato la tenera e vibrante carnalità presente nella pietra.

Antonietta Raphaël Mafai
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