Lubiam è una delle poche realtà italiane ancora gestite dai discendenti del suo fondatore, Luigi Bianchi. che nel 1911 dava vita alla Primaria Sartoria Luigi Bianchi. Tra il 1971 e il 1982, il Premio Lubiam fu dedicato agli allievi delle Accademie di Belle Arti. La collezione attuale mostra alcune tra le migliori opere di quel periodo, oltre a quadri più antichi.
Capanna
Figlio del celebre pittore Guglielmo, Beppe Ciardi è ben noto per le sue tele di paesaggio, solitamente ambientate a Venezia o nella laguna, che traspongono con vibrazioni impressioniste un’arte ben radicata nel Settecento. Egli porta a tali esiti il suo luminismo che spesso le figure ritratte si perdono in un’atmosfera di luce cangiante, in qualsiasi ora del giorno. Solido resiste soltanto il profilo delle case e delle chiese della Serenissima. In quest’opera il tema è invece umile, se non pauperista. Una grande capanna con il tetto di paglia, davanti a cui sta una giovane donna avvolta in un tabarro nero. Ma oltre la capanna appare una zona di luce rosata, che dimostra le eccelse qualità del pittore nella resa del cielo, picchiettato da minuscole nuvole. Altrettanta intensa è tuttavia la materia di cui è composta la capanna, che reca in sé evidenti influssi macchiaiuoli.
Vele
Pur triestino di nascita, Fragiacomo si traferisce molto giovane a Venezia. Qui intraprende una formazione artigiana e artistica, avendo tra i suoi maestri Guglielmo Ciardi. In seguito diviene eccellente pittore, dai soggetti vari seppure inevitabilmente centrati sulla cangiante apparenza della città lagunare. L’opera che qui vediamo mostra appunto alcune imbarcazioni guidate da grandi vele a solcare le acque della laguna. Se la resa dei bagliori e delle onde non è particolarmente felice, più convincente appare il cielo nuvoloso in cui si raggrumano gli splendori del tramonto. Resta un’impressione quasi classica, sovranamente restituita dal grande formato orizzontale, tagliato a metà dal profilo quasi indistinto della città. Solo una piccolissima figura appare sulla vela più vicina, a significare il quieto e costante lavorio degli umani, vicinissimi alla bellezza, eppure quasi dimentichi di lei.
Paesaggio
Pittore triestino di buon mestiere, è un valido rappresentante della medietà dell’Ottocento italiano. Si dedicò specialmente alla pittura di paesaggio, sorretta da un buon disegno e da un approccio sincero alla natura. Vicino a Fragiacomo in certi esiti, se ne distingue per una maggiore linearità compositiva. Nel paesaggio che qui ammiriamo, gli alberi e la distesa acquitrinosa fanno un tutt’uno, stagliandosi sul cielo arricchito da nuvole in rapido movimento. Se il dono della luminosità cromatica appare qui fondamentalmente perduto, resta una buona capacità compositiva e un tardo romanticismo che si spegne nel decadentismo novecentesco.
Il Cardinale
L’artista, calabrese ma di formazione torinese, ha aperto la sua lunga carriera con questo premio, che egli ricevette nel 1976. Il suo primo periodo di attività, a cui questa particolare opera è legata, può essere definito neoespressionista. Solo più tardi egli aderì all’arte concettuale per arrivare poi ad esiti clamorosi grazie ad un tipo di pittura detta Epic Painting. Il cardinale in questione è contraddistinto da colori vivissimi e da una posa in preghiera che ricorda i celebri papi di Francis Bacon. Il tratto è fermo e brillante, la cura dei particolari è insistita. Bello è infine il movimento trattenuto che dà al protagonista un’intenzione rivolta verso l’assoluto, pur dipingendo il suo corpo in aspetto quotidiano e quasi derisorio.
Diario
Premio Lubiam del 1977, quest’opera segna il debutto di un giovane Sandano, allora studente presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Già in questa brillantissima stesura di un corpo di donna mascherato da linee ricurve e da tratti quasi fumettistici si mostra l’inclinazione potentemente post-moderna dell’artista. Egli infatti conoscerà presto esperienze diverse, che intendono superare l’impressionismo astratto e l’arte povera, muovendo verso un sostanziale ritorno al figurativo, con immagini pervase d’ironia e capaci di attraversare il mondo della Pop Art e del Surrealismo. Così, molti anni più tardi, sarà fondamentale per Sandano costruire un doppio artistico nella persona del fantastico e centenario pittore Olinsky, che verrà rapito dall’apparizione disneyana di Topolino, e la ripeterà in quadri che alludono ambiguamente al magistero di Salvador Dalì.
Senza titolo
L’artista, definito spesso dalla critica come multiforme, era al tempo del Premio Lubiam studente di Accademia d’Arte a Venezia. Fu questa esperienza l’inizio di un percorso di ricerca che ha coinvolto ambiti visuali e musicali. Ma del giovane Mauro Sambo ancora pittore l’opera qui presentata è emblematica: egli esplora il vissuto invisibile, costituito da gesti minimali e da noncuranze che si traducono nella rarefazione delle figure ritratte sulla tela. Sua caratteristica è quella di creare all’interno del quadro zone diverse in cui i gesti dei personaggi rappresentati si sovrappongono e si specchiano. Il lavoro accurato di definizione delle sfumature e degli altrettanto tenui toni di colore è soltanto il preludio delle grandi realizzazioni completate in età matura.
Il camaleonte
Concorrente al Premio Lubiam del 1979, e segnalato al tempo dal direttore dell’Accademia di Carrara, Ettore Cecconi si distingue in questa rilevante opera per una trasfigurazione fantastica del mondo naturale. Evidente è l’influenza dei grandi maestri inglesi, da Bacon e Sutherland, qui reinterpretati attraverso colori quasi disturbanti. Ottima è la capacità di creare, attraverso la giustapposizione di zone diversamente dipinte, un mostro contemporaneo che si staglia sopra uno sfondo a doppia tinta. L’esito finale è di surrealismo temperato da una certa dolcezza. Cecconi fu presente in quell’anno anche con un’opera intitolata Il Pappagallo.
Equilibriste a cavallo
Bolognesi fu artista dalla sensibilità fatata, catalogato in modo quasi frettoloso all’interno della grande corrente artistica naif. In realtà, egli cercò sempre di esprimere in modo diretto quel che sentiva, ricoprendo il mondo con un’espressione di fiabesca intimità che inventa un teatrino di personaggi magici. In quest’opera, il vero tema è la movenza goffa e gentile di ciascuna delle equilibriste, dipinte come in un vaso antico nella corsa di cavalli bruni e chiari. Intorno, un circo vuoto decorato da geometrie surreali, che sintetizzano tuttavia ogni elemento del palcoscenico. Gli occhi sgranati dei destrieri fanno il paio con lo sguardo fisso delle grottesche bellezze immobilizzate per sempre in un gesto rituale.
Illusionisti
Il centro della composizione è una vaschetta di pesci posata sopra una specie di cassa e dipinta con bella intenzione spaziale. Al suo interno, due creature che evidentemente sono pesci rossi, ma che somigliano più a piccole foche scarlatte, navigano all’interno di un’acqua somigliante al mare. Intorno, cumuli di palline bianche. E la pallina bianca è evidentemente l’arma del buffo illusionista con il cappello da matto che tiene con una mano la biglia e con l’altra brandisce il megafono per annunciare il suo numero. A sinistra, la donna dell’incantatore, di procace ma grottesca bellezza, sgrana i suoi occhioni e stampa le sue labbra disegnate dal rossetto. Più in alto, un ragazzino completa la scena sollevando due palline. Cosa possa accadere non è noto, anche perché il tutto si svolge all’interno di un parco dal verde geometrico in cui spuntano animate piantine. Una creazione quasi miracolosa, di intensità chagalliana, che ci sospende all’amo della vera illusione, quella del pittore.
Ideato e promosso da / Founded and Promoted by: Mattia Palazzi (Sindaco del Comune di Mantova) con Lorenza Baroncelli (Assessore alla rigenerazione urbana e del territorio, marketing urbano, progetti e relazioni internazionali del Comune di Mantova) Coordinamento Scientifico / Scientific Coordinator: Sebastiano Sali Curatore testi e immagini / Superintendent texts and images: Giovanni Pasetti Foto di / Photo by: Art Camera Redazione / Editor: Erica Beccalossi Assistente / Assistant: Fabrizio Foresio
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