Da MAGA - Museo Arte Gallarate
MAGA - Museo Arte Gallarate
La mostra presenta una serie di opere vincitrici del Premio Gallarate, nato proprio nel 1949 come azione per rivitalizzare il territorio italiano brutalmente segnato dalla guerra. Tali opere documentano le differenti posizioni che gli artisti, tra anni Cinquanta e Sessanta, hanno tenuto rispetto al problema della guerra: come parlarne cosa raccontare
Il dramma della Guerra
Pittura di realtà e narrazione.Questa sezione documenta la ricerca di differenti artisti in cui si riscontra un forte interesse per la dimensione del "realismo" inteso come approccio culturale, non solo estetico, nei confronti della realtà e del dolore della guerra. In merito il pittore Ernesto Treccani scrisse: "l'arte realista non è una contemplazione della realtà, ma una presa di coscienza".
Nell'opera di Sironi un soldato appare come parte di un racconto più ampio e drammatico in cui "trasferisce la tensione interiore, il tormentoso cammino della propria anima angosciata” C.Gian Ferrari
È una calibrata composizione di pesi: la leggerezza del blu e dell’azzurro tersi e trasparenti dell’acqua e del cielo, interrotta dalla solida e brulla presenza delle montagne brune.
La composizione è orchestrata attorno all’uomo, le figure emergono da un fondo scuro, il contesto è inesistente, perché l’attenzione deve essere rivolta alla sofferenza e alla miseria delle persone.
La forza di quest’opera si concentra su una pittura che si fa storia, dalla desolazione della periferia, alla violenza della guerra, della città invasa, come Milano durante la Seconda Guerra Mondiale
Una nuova sintesi del reale
Pittura astratta e impegno militante nel secondo dopoguerra. Il realismo non è l'unico linguaggio espressivo attraverso cui si esprime il racconto della guerra. Anche l'utilizzo di forme e colori in modo puro, espressivo, autonomo alla realtà così come la vediamo con i nostri occhi, è uno strumento di attestazione della complessità del dolore e della violenza della Seconda Guerra Mondiale.
Nel quadro confluiscono, con grande equilibrio e armonia cromatica, il linguaggio astratto caratteristico di Radice e il drammatico ritorno alla figurazione, legato allo scoppio della guerra.
Dietro un’apparente astrazione cubista, queste forme geometriche, costruite vorticosamente attorno ad assi obliqui che tagliano il quadro, raccontano il dramma della seconda guerra mondiale.
La pittura deve per l’artista, essere in grado di esprimere la complessità drammatica del reale, la sua stratificazione e l’impossibilità di giungere ad una visione e un senso univoci.
Monnet arriva a Milano per la prima volta nel 46. L’impatto con la vitalità cittadina, alle prese con i primi progetti di ricostruzione, è di profonda ispirazione per la composizione di Costruzione.
La mostra, curata da Alessandro Castiglioni ed Emma Zanella, nasce dalle opere della collezione del museo. I testi sono estratti e rielaborati dal volume "Guida alle Collezioni del MA*GA, Electa, 2010.
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