Per tutta la sua vita, Leonardo si interessò alla meccanica e all'invenzione di nuove macchine. Il suo interesse derivava dalla convinzione che nelle "quattro accidentali potenzie" (movimento, forza, gravità e percussione) "tutte l’evidenti opere de mortali hanno loro essere e loro morte".
Codex Arundel, Arundel MS 263, f.231v (1478–1518) di Leonardo da VinciFonte originale: Arundel MS 263
La meccanica divenne uno strumento fondamentale per comprendere il concetto di movimento, oltre all'analisi di fenomeni naturali come il flusso dell'acqua.
Lo studio di Leonardo sul movimento meccanico comprendeva i problemi tecnici che le macchine di lavoro dovevano superare, come l'attrito tra le parti mobili.
Esplorò l'idea se fosse possibile costruire una macchina che si muovesse in modo perpetuo senza alcun apporto di energia, solo per concludere, dopo analisi ed esperimenti, che si trattava di uno sforzo del tutto inutile.
Codex Arundel, Arundel MS 263, f.153r (1478–1518) di Leonardo da VinciFonte originale: Arundel MS 263
Rapporti proporzionali, circa 1494
Mentre lavorava alla corte del duca di Milano, Leonardo si interessò alla matematica. Leonardo copiò questa tavola di moltiplicazione da un trattato di aritmetica e proporzione, pubblicato da Luca Pacioli nel 1494.
Leonardo studiava le relazioni proporzionali per comprendere la meccanica, ma queste ultime gli erano utili anche per gli studi sul corpo umano. Le figure sedute mostrate qui sono degli studi relativi a L'Ultima Cena, a cui Leonardo stava lavorando proprio in questo periodo.
Codex Arundel, Arundel MS 263, ff.164v-165r (1478–1518) di Leonardo da VinciFonte originale: Arundel MS 263
Questi schizzi mostrano le riflessioni di Leonardo sulle ruote idrauliche durante il periodo in cui fu assunto dal governo fiorentino come "Maestro dell'acqua" sul finire del XV secolo.
Questo disegno mostra una ruota idraulica progettata per sollevare l'acqua da una palude. La linea in alto contrassegnata dalla a alla b nella calligrafia inversa di Leonardo rappresenta il flusso del fiume, che fa muovere la ruota di sinistra mentre la ruota di destra attinge l'acqua.
Codex Arundel, Arundel MS 263, ff.164v-165r (1478–1518) di Leonardo da VinciFonte originale: Arundel MS 263
All'epoca Leonardo stava studiando delle modalità d'utilizzo di canali e ruote idrauliche per irrigare la terra intorno a Firenze e fornire energia ai mulini.
Codex Arundel, Arundel MS 263, ff.040v-041r (1478–1518) di Leonardo da VinciFonte originale: Arundel MS 263
Calcolo della forza di attrito, circa 1503-05
Molti scrittori hanno adottato un approccio teorico alla meccanica; Leonardo invece era più interessato alle questioni pratiche. Questo foglio dimostra il suo interesse per la costruzione materiale delle macchine e il modo in cui l'attrito tra le parti in movimento provoca la perdita di energia.
Questa macchina aveva lo scopo di misurare la forza di attrito usando un peso attaccato a un cilindro.
Codex Arundel, Arundel MS 263, ff.066v-067r (1478–1518) di Leonardo da VinciFonte originale: Arundel MS 263
Statica
Molti fogli del Codice Arundel sono dedicati allo studio delle leggi dell'equilibrio, ovvero alla statica, un'antica scienza sviluppatasi nel Medioevo.
Leonardo, in modo originale, applicava la sua conoscenza della statica al mondo fisico, considerando anche variabili come l'attrito.
Codex Arundel, Arundel MS 263, ff.044v-059r (1478–1518) di Leonardo da VinciFonte originale: Arundel MS 263
Studi per una ruota di moto perpetuo, 1493-94 e 1497-1500
Leonardo elaborò una serie di idee diverse per le ruote a moto perpetuo nei suoi taccuini. In questo foglio del Codice Arundel, Leonardo cercò di capire come una ruota di moto perpetuo potesse funzionare in termini geometrici e meccanici.
L'idea è che le sfere pesate in ciascuno dei sedici segmenti della ruota alterino l'equilibrio man mano che rotolano, tanto quanto basta per generare una spinta che faccia girare la ruota in modo continuo.
Animation of Leonardo da Vinci’s perpetual motion wheelThe British Library
Questa animazione di una ruota di moto perpetuo mostra come avrebbe potuto funzionare uno degli esperimenti mentali di Leonardo. In realtà la ruota arriverebbe sempre a fermarsi.
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