Museo di Matematica e Informatica

Il museo è stato istituito nel 2013 con lo scopo di offrire proposte culturali riguardanti la Matematica e l’Informatica.

Frase di Alan TurinSistema Museale Università di Parma

L'inizio...

La citazione del padre dell’informatica Alan Turing, ci introduce nel percorso che mostrerà l'evoluzione della "macchina pensante" a partire dall'elaboratore per i calcoli balistici e la decriptazione.Non esiste il premio Nobel per l’informatica ma esiste il premio Turing di uguale prestigio. Il film “The Imitation Games”, racconta come tutto è iniziato e sottolinea il contributo che Turing ha dato allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. 

Programma 101Sistema Museale Università di Parma

Perottina

Il primo PC non è stato prodotto nella Silicon Valley ma è stato prodotto in Italia, a Ivrea, dove c’era la sede dell’Olivetti che nel 1965 produceva “Programma 101” chiamata “Perottina” dal nome dell’Ing. Pier Giorgio Perotto che l’aveva creata. La fiera dell’elettronica che si svolse a New York nel ’65 la resa celebre in tutto il mondo.

mini computer PDP11/34 e PDP 11/40Sistema Museale Università di Parma

Mini Computer

I computer degli anni ’70 non erano propriamente “personal”, nonostante ci fossero già stati i primi tentativi di produrli. Negli anni ’70 i cosiddetti “mini computer” erano “mini” se confrontati agli enormi computer degli anni ’50 che occupavano pareti e stanze, questi occupavano “solo” un’anta di un armadio, come l’esemplare di PDP della Digitalmostrato in foto. I successivi computer che potevano essere appoggiati su un tavolo, furono chiamati “micro” come l’Olivetti P6060.

Mini Computer Olivetti P6060Sistema Museale Università di Parma

Micro Computer

I successivi computer che potevano essere appoggiati su un tavolo, furono chiamati “micro” come l’Olivetti P6060.

Perforatrice schede per PDP11Sistema Museale Università di Parma

Schede per il PDP

All’inizio i dati vengono inseriti attraverso levette e il risultato è espresso dall’accendersi e spegnersi di luci. Le schede perforate sostituiscono le levette. Ogni scheda corrisponde ad un’istruzione codificata da una sequenza di fori fatti dal perforatore di schede. Istruzioni complesse richiedono numerose schede. Dovendo cambiare solo una parte di una sequenza di istruzioni occorrerà cambiare solo qualche scheda.

Tastiera per PDP11Sistema Museale Università di Parma

Le schede vengono poi sostituite dal terminale, collegato con un cavo al computer: con la tastiera si immettono i dati e quando il PDP esegue i calcoli, l’output viene stampato sul foglio di carta.

VideoTerminale VT100Sistema Museale Università di Parma

VideoTerminale

L’evoluzione del terminale è il video terminale, cioè un terminale con un monitor. A sinistra dei PDP è visibile il VT100 della Digital, forse il terminale più famoso della storia.Il salvataggio dei dati avviene su grossi dischi magnetici (i contenitori cilindrici bianchi sopra il PDP) che si inseriscono nell’apposito cassetto. A distanza di anni questi dischi funzionano ancora! 

mini computer PDP11/34 e PDP 11/40Sistema Museale Università di Parma

Su un disco magnetico si archiviano 5 Mb: facendo un parallelismocon i file di oggi, un disco archivierebbe mezza foto fatta con un cellulare di nuova generazione o 5 minuti di musica.

Floppy diskSistema Museale Università di Parma

Archiviazione dei dati

L’evoluzione del terminale è il video terminale, cioè un terminale con un monitor. A sinistra dei PDP è visibile il VT100 della Digital, forse il terminale più famoso della storia.Il salvataggio dei dati avviene su grossi dischi magnetici (i contenitori cilindrici bianchi sopra il PDP) che si inseriscono nell’apposito cassetto. A distanza di anni questi dischi funzionano ancora! 

Apple ISistema Museale Università di Parma

Apple I

All'inizio i Computer utilizzavano la tastiera e un linguaggio specifico (il DOS) per impartire gli ordini al calcolatore. L’interfaccia grafica (GUI, dall'inglese Graphical User Interface), che utilizza icone e finestre e che necessitava del mouse, è stata inventata alla Xerox, negli anni 60 ma solo per uso interno e non fu commercializzzata....fino all'arrivo degli Apple.

Mouse di legnoSistema Museale Università di Parma

Mouse

Il “mouse” nasce anch’esso negli anni ’60 ma poi andrà perso e dimenticato fino al 1984. Questa è una riproduzione del primo mouse costruito dal prof. Engelbart, docente di Stanford che necessitava di un puntatore per le videoconferenze. Era fatto di legno, un materiale semplice da reperire e da modellare ed era anche molto più grosso dei mouse a cui siamo abituati perché ospitava due rotelline: una per lo scorrimento in verticale e l’altra per quello orizzontale. 

Ringraziamenti: tutti i partner multimediali
In alcuni casi, la storia potrebbe essere stata realizzata da una terza parte indipendente; pertanto, potrebbe non sempre rappresentare la politica delle istituzioni (elencate di seguito) che hanno fornito i contenuti.
App Google