Stanza archivio (2012) di Fondazione ilCartastorie ©ilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Introduzione all'Exhibit

L’exhibit ricostruisce le vicende archeologiche nel Regno di Napoli; dalla metà del ‘700 sino agli anni di governo dei napoleonidi (1806-1815) il tema dell’antico e il suo significato politico attraversò la vita di piccoli e grandi personaggi. Attraverso i documenti dell’Archivio Storico del Banco di Napoli ricostruiamo le storie di questi personaggi, dalla fortunosa e testarda scoperta di Ercolano, da parte di Rocco Gioacchino Alcubierre, passando per l’attività di incisore di Giuseppe Aloja, volta a raccontare "per immagini" (le incisioni) le scoperte archeologiche (Il passeggero artista), fino al concretizzarsi del progetto di un museo cittadino capace di ospitare le antichità (Il tempo dell’impero) con il primo direttore Michele Arditi e la figura dell’archeologo Marcello Venuti (Le stanze vuote).

Dettaglio pagamento - Gioacchino Alcubierre (1766-01-18) di Fondazione ilCartastorie ©ilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Gioacchino Alcubierre

La narrazione presenta le vicende e il pensiero di Rocco Gioacchino Alcubierre, uno degli artefici della scoperta dei reperti ercolanensi nel 1738. Alcubierre aveva seguito Carlo di Borbone in Italia come ingegnere del genio militare. La scoperta delle rovine dell’antica città di Ercolano, avvenuta durante la realizzazione della Regia Villa di Portici, segnò lo sviluppo della sua carriera e collegò Alcubierre alla direzione degli scavi archeologici sino alla sua morte nel 1780.

Pagamento - Gioacchino Alcubierre (1766-01-18) di Fondazione ilCartastorie ©ilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Pagamento - Gioacchino Alcubierre

Al regio Officio di corriere maggiore del Regno in fede a 29 novembre 1765 e per esso con polisa di don Domenico Antonio d’Avena, e don Giovanni Battista Pisacane all’ingegnere don Rocco Gioacchino d’Alcubierre in compenso della spesa occorsagli fare in calessi e cavalli di posta per trasportarsi per incumbenze del real servizio alla visita delle scavazioni di Resina, Torre dell’Annunziata, Civita e Gragnano in tutto novembre 1765, siccome gli si trovano sin’a nuovo ordine assegnati il mese con dispaccio per la real segreteria di Stato de’ 28 marzo 1761 […].

clip - Alcubierre, scavando tra le carte (2020-06-12) di Fondazione ilCartastorie © e Museo Archeologico Nazionale di NapoliilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Dettaglio pagamento - Giuseppe Aloja (1758-09-20) di Fondazione ilCartastorie ©ilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Il passeggero artista

La narrazione prende spunto da un pagamento destinato a soddisfare le spese di viaggio di Giuseppe Antonio Aloja, incisore al servizio della corona borbonica e autore di alcuni tra i più bei rami delle Antichità di Ercolano. La vicenda, raccontata dal cocchiere incaricato di condurre Aloja agli scavi, è una breve immersione sul clima di entusiasmo, di segreto e di ingenua attrazione che i primi scavi archeologici scatenarono a Napoli nella prima metà del XVIII secolo.

clip - Aloja, il passeggero artista (2020-06-12) di Fondazione ilCartastorie © e Museo Archeologico Nazionale di NapoliilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Pandetta - Particolare data (1758) di Fondazione ilCartastorie ©ilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Giuseppe Aloja

Giuseppe Aloja fu il membro più anziano e probabilmente il capostipite di un nucleo familiare che fu protagonista dell’attività incisoria napoletana del XVIII e XIX secolo. Fu coinvolto attivamente e fin da subito nel progetto del principiato nel 1757 e dedicato dalla dinastia borbonica alla rappresentazione delle antichità ercolanensi; le Antichità di Ercolano Esposte. Nel 1759 realizzò un’imponente veduta della città di Napoli, incisa su otto lastre di rame e che rimane la sua opera più nota.

Dettaglio pagamento - Libraio Giulio Giannini (1766-01-21) di Fondazione ilCartastorie ©ilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

La Stamperia Reale

La Stamperia Reale inizio la sua attività nel 1748 per volere di Carlo di Borbone. La sua natura di strumento saldamente collegato alle politiche della corte borbonica a Napoli è rimarcata dal fatto che essa trovò la sua collocazione direttamente all’interno del palazzo reale. I progetti che la stamperia affrontò andarono dalla pubblicazione dei disegni di Luigi Vanvitelli per la costruzione della Reggia di Caserta, passando per la riproduzione di alcuni dei capolavori della Collezione Farnese, sino all’ambizioso progetto delle Antichità di Ercolano Esposte (1757-1792).

Pagamento - Libraio Giulio Giannini (1766-01-21) di Fondazione ilCartastorie ©ilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Pagamento - Libraio Giulio Giannini

A don Salvatore Caruso delegato dell’effetti medicei ducati duecentosessantacinque tarì 4.8 notata fede a 2 Gennaro corrente anno e per esso al librajo Giulio Giannini in virtù del seguente real ordine per avere il librajo Giulio Giannini continuare a ligare parecchi tomi quarti dell’Ercolano, parta in lacca, parte alla francese con alcuni tomi secondi, e terzi ed esemplari de disegni delle regie fabriche di Caserta di secondo di mano in mano ne ha avuto le commissioni dal direttore della Reale Stamperia e questo a tenore de reali ordini gli si devono per prezzo di sua opera vuole per tanto il re che sul prodotto degl’effetti Allodiali ne sia sodisfatto il sudetto Giannini […].

Pandetta - Michele Arditi (1801) di Fondazione ilCartastorie ©ilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Il tempo dell'impero

La narrazione fa perno su un documento riguardante il salario dell’orologiaio del Real Museo, Don Giuseppe Fiore, e si propone di abbracciare, nella prospettiva di un impiegato minore, l’epocale svolta che il Decennio Francese (1806-1815) rappresentò per Napoli, per gli aspetti esteriori del potere regio e per la nuova funzione che la cultura e la bellezza classica svolsero nel contesto dell’Impero napoleonico. Il volto della città, i nuovi ranghi dell’amministrazione statale, cambiano e si muovono tutt’intorno al Museo Nazionale, che, insieme al suo monumentale orologio, scandisce il nuovo tempo dell’Europa.

clip - Arditi, il tempo dell'impero (2020-06-12) di Fondazione ilCartastorie © e Museo Archeologico Nazionale di NapoliilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Proclama decennio francese (1807) di Fondazione ilCartastorie ©ilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Il Decennio Francese

Con la definizione di Decennio Francese si è soliti individuare quel periodo, tra il 30 marzo 1806 e il 20 maggio 1815, in cui si alternarono sul trono di Napoli Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat. L’occupazione francese del 1806 portò la parte continentale del Regno (la Sicilia rimase nelle mani della dinastia dei Borbone) nel sistema imperiale napoleonico e comportò, specialmente nel periodo murattiano (1808-1815), l’adozione di una serie di apparati di governo e di riforme proprie della nuova concezione dello stato maturata in Francia all’indomani della Rivoluzione Francese (1789).

Materiali per il restauro (1807) di Fondazione ilCartastorie ©ilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Michele Arditi

Michele Arditi, nato a Presicce nei pressi di Lecce nel 1746, si segnalò come giurista e studioso nella Napoli del secondo settecento. La sua carriera forense e i suoi interessi culturali furono fortemente influenzati dalla prima stagione degli scavi di Ercolano e Pompei, principiati rispettivamente nel 1738 e nel 1748. Non partecipò attivamente alle vicende politiche della Repubblica Napoletana del 1799 e nel 1807 fu nominato, da Giuseppe Bonaparte, direttore del Museo Nazionale e sovrintendente degli scavi di antichità. Continuò la sua operazione di direzione al ritorno sul trono di Ferdinando di Borbone. Si spense nel 1838, il suo monumento funebre nella chiesa di San Ferdinando è opera del Canova.

Ordinativo di pagamento - Venuti III (1736-04-21) di Fondazione ilCartastorie ©ilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Le stanze vuote

Due documenti del Banco di San Giacomo illustrano alcuni momenti del soggiorno napoletano dell’antiquario e archeologo Marcello Venuti. I due pagamenti, estinti tra agosto e settembre del 1736, evidenziano il trasferimento del cavalier Venuti da una casa in via San Mandato ad un’abitazione situata fuori la Porta di Chiaia. Uno di questi pagamenti, inoltre, conferma i rapporti tra Marcello Venuti e l’ordine pisano dei cavalieri di Santo Stefano, suggerendo un avvicendamento tra uno dei “balì” dell’ordine e l’antiquario cortonese nella casa di San Mandato. Questi aspetti, squisitamente privati, sono il pretesto per narrare, sullo sfondo di una vicenda ordinaria di affitti e traslochi, il grande contributo fornito dall’archeologo cortonese alla scoperta e all’approfondimento dell’antico nei primi anni del regno di Carlo III.

clip - Venuti, le stanze vuote (2020-06-12) di Fondazione ilCartastorie © e Museo Archeologico Nazionale di NapoliilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Ordinativo di pagamento - Venuti I (1736-09-02) di Fondazione ilCartastorie ©ilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Ordinativo di pagamento - Marcello Venuti

A Don Marcello Venuti ducati 70 e per esso a Don Vincenzo de Bonis, all’atto della celebrazione dell’infrascritta causa: havendo il fu Balì di Pisa Gaetano Balduino preso in affitto una casa del detto Vincenzo sita dietro il vicolo di San Mandato per annui due che principiavano dal maggio 1718 […] si quietò in detta casa fino al 1732 […] ed essendosi ordinato il sequestro dei mobili sistenti nella casa, volle esso anzidetto Don Marcello Venuti ricomprare i detti mobili per suo uso e li paga prontamente di suo proprio denaro. 2 settembre 1736.

stanza d'archivio (2012) di Damiano Falanga - ilCartastorie foundation ©ilCartastorie | Museo dell'Archivio Storico del Banco di Napoli

Il senso dell'Exhibit

Le visite ai siti archeologici sono tra le esperienze culturali più coinvolgenti e regalano al visitatore un'enorme senso di autenticità. Affrontare un viaggio di conoscenza nella storia dell'archeologia attraverso i documenti permette di conoscere meglio i personaggi e le storie che dietro quelle esperienze coinvolgenti e totalizzanti si celano. Questo il senso di una serie di narrazioni che uniscono il sapore antico delle rovine e degli scavi con i piccoli particolari e le note che solo i documenti sono in grado di restituire.

Ringraziamenti: tutti i partner multimediali
In alcuni casi, la storia potrebbe essere stata realizzata da una terza parte indipendente; pertanto, potrebbe non sempre rappresentare la politica delle istituzioni (elencate di seguito) che hanno fornito i contenuti.

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