Il Fiat A.74 R.C.38 venne progettato nel 1935 dall'ing. Tranquillo Zerbi e dal prof. Antonio Fessia per essere impiegato sui velivoli da caccia. Il motore era un'evoluzione dello statunitense Pratt & Whitney R-1535 a doppia stella con 14 cilindri, di cui la FIAT aveva acquisito la licenza di costruzione, con numerose differenze progettuali. Al fine di semplificare la produzione, per l'A.74 e per l'A.80 venne adottato lo stesso alesaggio così da poter impiegare alcuni uguali componenti per i due motori: teste, stantuffi, valvole etc. L'A.74, come anche l'A.80, presenta le seguenti particolarità costruttive: compressore centrifugo, un riduttore di velocità epicicloidale ad ingranaggi conici (Farman) per la trasmissione del moto all'elica, valvole di scarico refrigerate internamente con sali di sodio, alettaura di raffreddamento dei cilindri, brevettata dalla FIAT, e basamento in lega leggera in tre parti. Inoltre l'albero motore è costituito da due pezzi ed ha tre supporti di cui il centrale è formato da un elemento discoidale di grande diametro, sul quale sono imbullonati due dischi solidali con i perni dell'imbiellaggio delle due stelle e che costituisce l'anello interno di un cuscinetto a rulli cilindrici. Il Fiat A.74 rappresenta un punto di svolta nella produzione di motori aeronautici dell'azienda italiana, fino ad allora impostata su motori 12 cilindri a V, diventando capostipite di una serie di sviluppi atti a produrre motori di cilindrata e potenza sempre maggiori, quali gli A.76, A.80 ed A.82. Il FIAT A.74, nonostante sia rimasto in uso anche quando le sue prestazioni erano già superate, specie sui caccia di prima linea, venne apprezzato da piloti e meccanici per la sua eccellente affidabilità e facilità di manutenzione (anche quando era alimentato con combustibili di scarsa qualità ed in climi difficili, come nel deserto libico, o nell'inverno russo).
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