La scultura è composta da due grandi scarpe, unite tra loro da una trave obliqua di bronzo. L’opera in questione racchiude in se, uno dei concetti più importanti dell’arte del maestro Ranaldi, ovvero la sua teoria sull’equilibrio. Il tacco della scarpa è emblema di precarietà, senso di equilibrio e instabilità; il bilico è al limite della fissità e della sicurezza e, prima della caduta e della catastrofe, la sua ambiguità ha una durata che può essere breve o infinitamente lunga. È il pericolo che ci induce alla riflessione profonda, nel bilico si genera al contempo orrore e estasi di una vita in pericolo: l’attimo del precipitare è al contempo il venire all’essere.