Il fondo scuro, la rotazione del busto e l’impercettibile sorriso fanno di questo dipinto una delle migliori interpretazioni del ritratto leonardesco, riletto alla luce del classicismo di primo Cinquecento.
In questo ritratto femminile convivono sapientemente i riferimenti ai modelli ritrattistici di Antonello da Messina e del Perugino e le innovazioni della pittura di Leonardo da Vinci, riconoscibili nel gioco di volumi ampi e distesi e nella costruzione della figura per accostamenti di zone cromatiche intense e luminose.