Il velivolo addestratore Fiat G.59 è stato uno degli ultimi aerei di grandi prestazioni dotati di motore alternativo prima dell’avvento dei moderni turbogetti, nonché uno dei simboli della rinascita post-bellica dell’industria aeronautica italiana. Nel 1947 l’ingegnere di origini nissene Giuseppe Gabrielli, uno dei più importanti progettisti aeronautici italiani, sviluppò il G.59 a partire dal Fiat G.55 Centauro, considerato tra i migliori velivoli da caccia della seconda guerra mondiale. Il G.59, da sempre molto apprezzato sia in Italia sia all’estero, è stato prodotto negli stabilimenti torinesi di Fiat Aviazione a partire dal 1950 per essere prevalentemente impiegato fino al 1965 dall’Aeronautica Militare come velivolo per l’addestramento avanzato e per il volo acrobatico. Il velivolo può raggiungere la velocità massima di 609 km/h grazie al suo motore Rolls Royce Merlin (versione 500-20), a 12 cilindri a V con turbocompressore a comando meccanico, che è in grado di fornire una potenza massima assoluta di 1660 CV all’elica quadripala a passo variabile. Il Fiat G.59 avente Matricola Militare 53530, dopo aver concluso il suo servizio operativo presso la Seconda Regione Aerea (Roma) dell’Aeronautica Militare, è stato acquistato nel 1964 dall’ex Istituto di Aeronautica dell’Università degli Studi di Palermo. Oggi è uno dei soli 5 esemplari completi sopravvissuti nonché uno dei pezzi più importanti del Museo Storico dei Motori e dei Meccanismi, che ne ha curato il restauro e provvede alla sua conservazione.
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