Le maioliche di Vietri, le porcellane di Capodimonte e la cartapesta di Nola che Liu Jianhua ha utilizzato per questa installazione sono materiali la cui lavorazione ha una radicata tradizione nel territorio campano. Come le ceramiche di Jingdezhen, anche quelle campane sono state utilizzate tanto per forgiare umili oggetti d’uso quotidiano quanto raffinati manufatti artistici. La cartapesta, a sua volta, è stata utilizzata, in Cina come in Italia, per i carri allegorici durante le feste popolari, ma anche per modellare statue di divinità, oggetti devozionali e vere e proprie opere d’arte.Monumenti crea un legame tra la tradizione cinese e quella locale, rimarcando come le diverse conoscenze e tecniche viaggino e si diffondano insieme agli uomini. Accostarsi a culture diverse dalla propria non implica necessariamente focalizzare l’attenzione sulle differenze, al contrario aiuta a individuare i punti che costituiscono un patrimonio condiviso. L’uso che Liu Jianhua fa della porcellana e della cartapesta nella mostra di Napoli, pur richiamando la propria cultura d’appartenenza, rispetta e dà spazio a tradizioni che caratterizzano lo spirito del luogo. Se dunque da un lato Monumenti evidenzia degli squilibri nei rapporti di potere all’interno della società, dall’altra pone l’accento sull’importanza che gli spazi condivisi della tradizione assumono nelle relazioni tra gli esseri umani.