Nel 1935 Achille Forti, botanico e mecenate veronese, commissiona a Ettore Beraldini l'esecuzione di un ritratto. Forti viene dipinto seduto al tavolo del suo studio con una lente di ingrandimento in mano, quasi sorpreso durante l'osservazione di un erbario. Beraldini ci restituisce l'immagine di un grande studioso nonché straordinario benefattore della città: Forti decide di nominare il Comune di Verona erede universale del suo cospicuo patrimonio, destinando il palazzo di famiglia - Palazzo Emilei-Forti - a ospitare una galleria dedicata alle arti e donando alla collettività la sua raccolta di opere dell'Ottocento e del primo Novecento.