Nato a Venezia in una famiglia di umili origini Giacomo Favretto, grazie all'appoggio del conte Antonio Zanetti, si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Venezia dal 1864 al 1873. Allievo di Napoleone Nani e Pompeo Marino Molmenti, Favretto sperimenta temi di attualità affiancandovi uno studio lenticolare del vero entro cui tipi umani vengono colti con sorprendente fedeltà fisica e psicologica. Negli anni settanta emerge nelle sue opere il gusto per la narrazione e l'aneddoto: il vivace e facile racconto della quotidianità popolare diviene l'aspetto prevalente, anche se non l'unico, della produzione favrettiana. Una grave malattia porta l'artista a una morte precoce, a soli trentotto anni, mentre a Venezia si apre l'Esposizione nazionale artistica di Venezia. Del 1887 è il ritratto di Angelo Dall'Oca Bianca, amico e allievo di Favretto all'accademia veneziana: sul retro Dall'Oca scrive: "È il mio ritratto fatto dall'amico Favretto nel 1887. Angelo Dall'Oca Bianca".
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