Piccola opera di intenso espressionismo e di abbandono disarmato nel momento in cui Ligabue si ritrae dipingendo un proprio autoritratto, le mani contratte abbandonate lungo il corpo rattrappito mentre sta seduto in una pausa che dà il senso della difficoltà che sta incontrando nel concludere l'opera, per ricercare in sè la carica che gli permetta di mantenere la tensione che lo ha spinto ad autorappresentarsi. Mentre il volto sulla tela ha una espressione affranta e depressa e forme ancora indistinte, il viso scarmigliato, dai capelli in disordine, magro, con grandi orecchie a sventola, tratti espressionistici accentuati, ha uno sguardo intenso che contrasta con l'aria d'insieme di scoraggiamento per segnalare che l'idea quasi magicamente da tradurre sulla tela sta riafforando con tutta la sua energia vitale. Il piccolo formato permette di realizzare l'opera con una mirabile sintesi disegnativa e pittorica, mentre l'ambiente intorno è quasi soltanto accennato ed abbozzato con cromie che ricordano la Scuola Romana mediata attraverso Mazzacurato e il periodo degli esordi dell'artista.