Felice Casorati (1883-1963) rappresenta una delle figure più eminenti nel movimento artistico moderno in Italia. La sua formazione ha inizio a Padova, continua a Napoli e si perfeziona durante gli anni trascorsi a Verona, tra il 1911 e il 1918. La sua attività artistica parte da un profondo spirito critico che lo porta, prima di altri in Italia, all'incontro con il movimento simbolista europeo e in particolare con la Secessione viennese. "La preghiera" del 1914 è l'esempio paradigmatico della suggestione scatenata in Casorati dai lavori di Gustav Klimt. Il silenzio e un'aura rarefatta avvolgono una figura di donna raccolta nella preghiera. I toni, di grande audacia cromatica, del rosa e del viola, presenti nell'abito della fanciulla e sul prato fiorito contrastano con il blu pieno e quasi astratto del cielo che domina la parte superiore del dipinto. Il linguaggio simbolista di Klimt – conosciuto alla Biennale di Venezia nel 1910 – aiuta Casorati a risolvere uno dei problemi della pittura moderna: il rapporto tra bidimensionalità e tridimensionalità, e quindi tra visione e realtà. Realizzato nel pieno della fase Secessionista dell'artista, questo capolavoro documenta l'interesse per la ricerca antinaturalistica di Klimt, per la preziosità dei colori e per le forme prive di volume ma cariche di rimandi spirituali e simbolici. È infatti nella linea serpentinata dello stile liberty che viene riconosciuta e rintracciata la natura dell'emozione e del sentimento. Casorati assorbe tale lezione a Verona, dove si svolge una fase di maturazione della sua ricerca artistica fondamentale per gli anni a venire.