Il 6 aprile del 2009 il terremoto de L’Aquila portò l’Italia a riflettere sulla sua fragilità; dieci anni dopo da quel tragico evento, alla luce anche dei sismi successivi del 2016 e del 2017, arriva a Matera “Terrae Motus”, una mostra a cura del giornalista Antonio Di Giacomo, evoluzione naturale del progetto non profit “Lo stato delle cose. Geografie e storie del dopo sisma” nato per documentare e sostenere la ricostruzione necessaria delle Italie ferite dai terremoti.
In collaborazione con la Società Italiana di Geologia Ambientale e l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, “Terrae Motus” prende il nome dall’omonima collezione commissionata dal mecenate e gallerista Lucio Amelio che, all’indomani del terremoto del 23 Novembre 1980, commissionò ai più grandi artisti italiani e internazionali del tempo opere a tema, destinate a dare vita ad una straordinaria raccolta che venne poi donata allo Stato e oggi è esposta nella Reggia di Caserta.
Nel tentativo di ricostruire il passato e non perderne la memoria emerge tutto l’amore per il territorio, che spinge le comunità colpite a guardare avanti e ad affrontare la sfida più dura: quella di ricominciare.
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