Penso spesso che forse un giorno o l'altro un medico scoprirà che
una piccola valvola del sangue situata in qualche parte inaspettata
del mio corpo, à un funzionamento troppo lento, una piccola valvola
stanca ed estremamente pigra. Ti rendi conto? riattivata la quale,
non domanderò di meglio che vivere felicemente la vita a un ritmo
comodo e agiato.
C'est drole, eh!
Questo francese, che bene o male circa cinque mesi è l'espressione
ufficiale del mio non aver nulla da dire, mi è diventato ormai molto
familiare. Parlo correntemente e sembra, con un accento indigeno:
posso seguire conferenze, teatri, cinema senza nessuno sforzo, talvol-
ta persino in casa, la sera, quando chiudo tranquillamente la giorna-
ta attaccando bottoni, stirando o facendo la calza, ascolto la lettura
ad alta voce di una novella di Marcel Aymé o di Mauriac (1ò incon-
trato ieri per strada tutto raccolto nella sua aria distinta e bene-
vola da prelato della Chiesa in borghese) in cui mi immergo con tutta
facilità. Forse, fra non molto po trò scrivere in francese.
Cosa leggo, cosa faccio, cosa è visto a teatro. Di proposito non te
ne parlo dato che la semplice citazione è inutile e tutto quello che
seguirebbe troppo lungo.
Le mie giornate sono piene fino all'orlo di tante cose; per renderme-
ne conto è bisogno, però, di pensarci. E' un peccato che la sera non
si possa fare la somma delle proprie attività e dell'effettivo lavo-
ro compiuto. E' questo il vantaggio di studiare su un solo libro, in
un'unica direzione: la chiave dell'ottimismo è in quel "da pag. 7
a pag. 89, giorno 2 marzo 1953" che si può ripe tere, pacificati,
alla fine di una giornata.
Ti abbraccio e ti aspetto presto, tra pochi giorni
Carla
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