L'olio su tavola mostra un personaggio maschile con barba e turbante, pantaloni orientali di tessuto bianco e lungo bastone con cerchio e mezzaluna davanti ad un edificio sacro orientale, il cui portale è sostenuto da due colonnine inserite in una nicchia con lastre decorate a fondo verde con iscrizioni in arabo dorate, finestrella con grata, portone ligneo riccamente decorato e balaustra bassa a colonnine; a sinistra, disteso, un cane addormentato. In questo dipinto è evidente la predilezione per le scene quotidiane e documentarie. Alla passione per il remoto, Guastalla aggiunge infatti anche la registrazione dal vero, se pur sempre con un senso del favoloso. L'opera è ordinata ed equilibrata, minuziosa nei dettagli e vibrante nell'abile uso della luce; il meraviglioso decorativismo dell'architettura araba è reso con nitidezza, inquadrato in silenziose geometrie e abili giochi cromatici. Il tema della porta araba, è ricorrente nelle opere di Guastalla che, osservando e fotografando queste architetture, le ripensa e le riproduce su tela, una volta tornato a Parma; le figure invece sono raramente presenti negli schizzi, nei taccuini e nelle fotografie, ma vengono aggiunte nella fase di elaborazione in studio.