Abile nel ripensare l’identità di un linguaggio “diffcile" come quello della scultura, Luca Monterastelli trasforma l’archetipo architettonico della colonna in un elemento scultoreo; e pone questa forma in dialogo con le pareti dello spazio, su cui si depositano stratificazioni cromatiche grumose. Torsione, sensualità della materia e dinamismo rinviano alle scandalose sperimentazioni di Medardo Rosso
sull’“informe”. Evidenti anche i richiami alla statuaria barocca, come suggerisce l’Archivio della Memoria, nel quale ritroviamo anche la riproduzione dell’Estasi di Santa Teresa di Gian Lorenzo Bernini.
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