Piatto con lettera "M" nel cavetto e ornato "a quartieri" con decorazioni a candelabra sulla tesa

Il piatto, di produzione pesarese, presenta un’ampia tesa, elegante e ordinata, divisa “a quartieri”: questa tipologia decorativa si sviluppò a Faenza nella prima metà del Cinquecento e lì si esaurì negli anni intorno al 1575, ma rimase nondimeno presente su numerose maioliche di altre botteghe italiane tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, come quelle di Pesaro, dove era stato creato un genere decorativo originale e molto apprezzato. All’interno dei «quartieri», la decorazione alterna un semplice ornato geometrico romboidale dipinto in giallo a sfumature verdi, col più complesso motivo «a candelabra», realizzato in blu diluito su fondo bruno-ocra; questo motivo decorativo («a candelabra» o «a candeliera»), che deriva dall’arte romana ed era assai diffuso in età rinascimentale, riecheggia la forma di un candelabro, variamente ornato di elementi fitomorfi, foglie e racemi. Il cavetto, circondato da tre cornici dipinte in delicata policromia, mostra una M tracciata in blu su fondo bianco puntinato. Questo manufatto si colloca a pieno titolo nella produzione del vasellame galante, svelandoci probabilmente l’iniziale del nome della giovane futura sposa.