Si tratta dell’accordo stipulato da Michelangelo con il cavatore Bartolomeo di Giampaolo di Cagione da Torano, detto il Marcino, per il reperimento di marmi nella cava del Polvaccio. La scrittura, datata 18 novembre 1516, attesta il momento in cui Michelangelo, dopo il secondo contratto per il reperimento di marmi destinato alla tomba di Giulio II, fece ritorno a Carrara per stringere nuovamente accordi con i maestri cavatori. Il presente atto è sottoscritto da Domenico di Sandro Fancelli, detto il Zara, che firma in vece del Mancino, illetterato.
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