Questo sonetto, qui trascritto in bella grafia perché destinato ad una raccolta, fu elaborato attraverso una serie di redazioni precedenti, attestate a partire dal 1533. Il componimento, probabilmente dedicato al giovane Tommaso Cavalieri, riflette sull’origine dell’amore in chiave neoplatonica. La poesia presenta le correzioni a margine di Donato Giannotti, letterato fiorentino, con cui Michelangelo collaborò, insieme a Luigi del Riccio, anche ad un progetto di canzoniere mai concluso.