Bolognesi fu artista dalla sensibilità fatata, catalogato in modo quasi frettoloso all’interno della grande corrente artistica naif. In realtà, egli cercò sempre di esprimere in modo diretto quel che sentiva, ricoprendo il mondo con un’espressione di fiabesca intimità che inventa un teatrino di personaggi magici. In quest’opera, il vero tema è la movenza goffa e gentile di ciascuna delle equilibriste, dipinte come in un vaso antico nella corsa di cavalli bruni e chiari. Intorno, un circo vuoto decorato da geometrie surreali, che sintetizzano tuttavia ogni elemento del palcoscenico. Gli occhi sgranati dei destrieri fanno il paio con lo sguardo fisso delle grottesche bellezze immobilizzate per sempre in un gesto rituale.