Unico superstite della serie di quadri dipinti da Rosai presso la locanda Alla Rotonda
di Venas di Cadore, è anche quello di maggior formato tra i pochi noti eseguiti
in quell’anno. Da quello che l’artista stesso ci racconta nei volumi delle sue autobiografie,
risulta dipinto durante il suo soggiorno nel paese del Cadore, dove Rosai,
volontario al fronte, passa qualche tempo a riposo, lontano dalle trincee, per
ordine del suo medico. A quanto risulta, è un abituale frequentatore della trattoria
Alla Rotonda, i cui volumi campeggiano al centro dell’opera; l’opera è stata rinvenuta
nella soffitta della locanda, come pure altre sue tele, che eseguì in cambio di
vitto e alloggio. A quel tempo la sua attività di pittore pare venisse sostenuta da
un capitano di brigata, che lo riforniva di tele e colori.
Il dipinto rivela uno studio dell’architettura dal vero dell’edificio della locanda e un
debito verso le volumetrie cubiste, stemperato dal ricordo della pittura di Cézanne,
che caratterizza tutta l’arte di Rosai. Testo di Michela de Riso