Il ragioniere Gaetano Taveggia (1836-1912), nel testamento in cui nomina erede di 5 immobili l'Ospedale Maggiore, specifica di non volere il proprio ritratto. La Commissione Artistica decide allora per un'opera di soggetto allegorico. Nel dipinto, dove in un duro paesaggio rupestre privo di vegetazione, un angelo vestito di bianco sostiene per le braccia una figura femminile esangue inginocchiata, si allude al gesto caritatevole del benefattore in favore dei sofferenti assistiti dall'Ente ospedaliero.