Nella lunetta di piccole dimensioni un Giovanni estatico per le visioni ricevute, si accinge a scrivere il vangelo: l’aquila, nel fare qui la sua prima apparizione nella chiesa, chiusa in muto raccoglimento, sostiene il libro all’Evangelista in un’attestazione di sorridente e garbato naturalismo. Si palesa in questo brano la coesione tematica fra i diversi cicli svolti da Correggio, frutto del comune messaggio teologico condiviso con i monaci agli esordi dell’intera decorazione. Il giovane Evangelista sembra accogliere il messaggio, tutto benedettino, testimoniato dal profeta Isaìa, protagonista dell’affresco della prima campata di destra, per chi entra e a partire dal transetto, che, riportato a nuova vita grazie al restauro concluso di recente, (Castrichini, autunno 2020), consegna la profezia apocalittica ‘Primus et novissimus’. In altri termini un progetto unitario che si trasferisce su nella cupola ad esaltare il cuore della riflessione cassinese.