L’uomo finora è stato capace di ridurre la povertà, ma non di annullare le disuguaglianze. Le città, se da un lato rappresentano un efficace antidoto alla povertà, sono al tempo stesso lo specchio impietoso di tutte le disuguaglianze della società alla quale appartengono. L’istruzione pubblica è un fattore determinante nella correzione delle disuguaglianze: l’educazione è una porta verso occupazioni migliori e migliori condizioni di vita. Tuttavia, nel contesto di una scuola pubblica nella periferia degradata di un Paese in via di sviluppo, la trasmissione di saperi e contenuti tra le mura di un’aula non rientra tra i primi obiettivi da raggiungere. Prima di essere luogo di alfabetizzazione, la scuola è infatti mensa (ovvero garanzia di un pasto) e centro di accoglienza (con acqua potabile, una rete fognaria e un tetto che ripari dalla pioggia – servizi di cui i bambini non sempre dispongono a casa). Ma nella maggior parte dei casi la scuola è soprattutto una protezione dalla violenza urbana, dal traffico di droga e da altre minacce fisiche che incombono sui bambini.
Lo studio elton _ léniz ha avviato una collaborazione con Caserta Foundation basata sulla natura intesa come veicolo di una nuova educazione per bambini in condizioni disagiate. Il principio di base è la concezione della natura come sollievo e via di fuga dall’ambiente aggressivo con cui i bambini si misurano quotidianamente. Lo studio elton _ léniz ha dunque rielaborato il concetto di classe per renderla aperta a un’interazione diretta con la natura. Elementi architettonici base (come tetti, mura, strutture, zone d’ombra, strade) sono concepiti per creare esperienze di vita “primordiali”, fondate sul rapporto tra corpo, comunità e geografia. È interessante notare come la storia degli insediamenti urbani abbia condotto a esiti opposti da quelli originari: le città, infatti, un tempo erano luoghi sicuri in cui l’uomo poteva trovare rifugio dalle minacciose forze della natura. Oggi, invece, per fin troppe persone è vero l’esatto contrario: la città è una minaccia e la natura rappresenta l’unica via di fuga. L’intento di Elton e Léniz è definire nuovi paradigmi nella progettazione di spazi atti all’educazione affinché la scuola possa introdurre, spesso per la prima volta nelle vite di questi bambini, una qualche forma di fiducia in se stessi, nelle loro capacità di leggere la natura e di esperirne la bellezza: questa è forse l’unica forma di cultura che oggi può avere un senso nelle periferie del mondo.
Alcuni definiscono la cultura come ciò che ci resta dopo aver letto un libro. In contesti come questo, la cultura è forse ciò che si apprende ancor prima di averlo aperto.